Anche il Papa ha lanciato un monito affinché le istituzioni ritrovino la moralità. Il monito è di carattere generale, però appare evidente il suo riferimento alle vicende italiane. E difatti il presidente della Cei, Bagnasco, ha annunciato che nella riunione dei vescovi prevista domani si parlerà del caso Ruby. Sono segnali di una presa di distanza evidente della Chiesa verso Berlusconi. Ma fin dove la Chiesa potrà spingersi a dissociarsi da un capo di governo che verso di essa ha comunque mostrato molta disponibilità?
Gino Canali
La sensazione è che la Chiesa abbia cominciato a prendere le distanze, ma che non abbia ancora deciso quando prenderle del tutto. E' come se voglia mettere in discussione Berlusconi non prima tuttavia che venga messo fuori discussione l'okay a una serie di provvedimenti su famiglia, istruzione, tutela della vita considerati fondamentali. E perché ciò accada, viene giudicato opportuno un proseguimento della legislatura. Lo sarebbe, inoltre, per fronteggiare nel modo migliore la ricaduta d'una crisi economica che non ha affatto esaurito i suoi negativi effetti. Lo sarebbe infine per dare il tempo al centrodestra, e a chi al centrodestra o a parti del centrodestra volesse affiancarsi, per preparare la successione a Berlusconi. Perché sul fatto che a questo si debba realisticamente pensare, sembrano non sussistere dubbi negli ambienti ecclesiastici. O perlomeno in molti degli ambienti ecclesiastici. Tant'è vero che presso autorevoli vescovi e cardinali, per non dire addirittura del Papa, sta crescendo l'attenzione verso Giulio Tremonti, un interlocutore così stimato e autorevole da vedersi assegnata la ribalta dell'Osservatore Romano. Tremonti pochi giorni fa ha scritto sul giornale della Santa Sede un editoriale sui temi dell'economia e della politica. E' quello stesso giornale che non ha mancato di sottolineare con parole di riprovazione quanto sta emergendo dal caso Ruby. La preferenza di cui pare che in questo momento goda Tremonti –tra i cui estimatori figura il cardinale varesino Attilio Nicora, appena nominaro da Benedetto XVI presidente dell'authority di informazione finanziaria del Vaticano, e che con l'attuale ministro studiò l'operazione dell'otto per mille- pare sottendere anche una speciale attesa nei confronti della Lega. Quasi che Tremonti, grazie al sostegno politico di Bossi, potesse farsi garante della salvaguardia d'una serie di valori irrinunciabili che la Chiesa teme possano essere sacrificati in nome d'alleanze di dubbia affidabilità con spezzoni del centosinistra.
Max Lodi
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