Cara provincia
Lunedì 19 Gennaio 2009
Brunetta controlli i parlamentari
I privilegi di cui godono i nostri rappresentanti a Roma costituiscono ormai una piaga sociale
Cara Provincia,
con questa mia lettera vorrei dare seguito a quanto scritto dal lettore Francesco Bertagna di Sondrio: naturalmente condivido in pieno le sue affermazioni riguardo, ad esempio, al fatto che le spese del Quirinale sono eccessive ed inutili e che in Italia ci sono troppe auto blu. Vorrei aggiungere questo: lo scorso anno, durante una puntata della trasmissione Report in onda su Raitre, si parlava proprio degli sprechi istituzionali. Tra le altre cose, si parlava degli stipendi che percepiscono i portaborse (in termine tecnico sono definiti collaboratori): 4000 (leggasi quattromila) euro al mese! Inoltre, ogni membro di Camera e Senato ha diritto ad avere un collaboratore.
Ma la cosa veramente scandalosa è che se un parlamentare non ha un portaborse, percepisce lui stesso i 4000 euro: lo ha candidamente ammesso Carlo Taormina.
Purtroppo la piaga sociale dei privilegi di cui godono i nostri rappresentanti al Parlamento non avrà mai fine: non mi risulta che si siano mai abbassati lo stipendio, mentre ci mettono un attimo ad approvare un aumento. Chissà come mai su questo argomento destra, sinistra e centro si trovano sempre d’accordo!
Francesco Quaranta
Purtroppo, caro signor Francesco, la ragione per cui destra, sinistra, centro, centrodestra, centrosinistra ecc... si trovano sempre d’accordo è che "cane non mangia cane". Anzi, in questo caso si potrebbe parlare di cannibalismo se a uno qualunque dei 945 parlamentari (tanti sono fra Camera e Senato) venisse in mente di fare una proposta per la riduzione degli emolumenti degli onorevoli. Lo abbiamo detto e scritto centinaia di volte: questo è un vicolo cieco da cui l’Italia non uscirà mai. I cosiddetti rappresentanti del popolo continueranno a incassare lauti stipendi. Qualcuno li meriterà anche (perché non tutti sono lazzaroni e il lavoro di parlamentare, se fatto come si deve, è impegnativo e richiede cultura e passione), altri no. Nessuno però gliene chiederà conto. A meno che al ministro Brunetta non venga in mente di controllare la produttività dei suoi colleghi politici. E poi magari illustrare i risultati agli elettori. Se dobbiamo pagarli lautamente che almeno lavorino.
Francesco Angelini
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