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Lunedì 19 Gennaio 2009
Bruni e la casta, caccia
all’organismo inutile
Il sindaco: «C’è un’istituzione di quindici persone che costa 2,7 milioni»
Tra i sospetti il "consiglio di sorveglianza" di A2A, nuovo socio di Acsm
Spara il sindaco: «La crisi inizia a farsi sentire anche qui. Da una parte ci sono famiglie che faticano a far quadrare i conti, dall’altra c’è un’istituzione lombarda che spende 2 milioni 700mila euro per un organismo che ha 15 persone che si ritrovano quattro volte all’anno». Da qualche parte qualcuno è stato colpito. Ma chi? Il mistero scuote il dibattito post festa: «Di chi parlava Bruni?».
Sul taccuino di improvvisati investigatori è un florilegio di ipotesi. I più assicurano però di non sapere. Fino a quando il gossip si fa illuminazione: e se fosse il consiglio di sorveglianza di A2A? Gli ingredienti ci sono tutti. Il vertice della piramide della multiutility nata dalla fusione tra le ex municipalizzate di Milano (Aem) e Brescia (Asm) è occupato dal «consiglio di sorveglianza». Un’istituzione che conta di ben 15 membri, tutti di nomina politica; i compensi dei consiglieri sono variabili tra i 75mila e i 155mila euro, con punte fino a 700mila euro l’anno (il presidente, Renzo Capra); inoltre le occasioni di incontro, nel primo anno di vita di questo organismo, non sono state molte soprattutto dopo la spaccatura estiva tra consiglieri "milanesi" e consiglieri "bresciani". E poi Stefano Bruni le cose di A2A dovrebbe conoscerle bene, essendo membro del collegio sindacale di una delle società controllate, la A2A calore e servizi.
Come se non bastasse la A2A è diventata socia della nuova multiutility nata dalla fusione della nostra Acsm con la monzese Agam.
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