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Sabato 07 Marzo 2009
Caccia al terzo e al quarto uomo
per lo stupro della Caffarella
Nonostante restino agli arresti, per i due romeni accusati dello stupro di uan quindicenne nel parco della Caffarella, la posizione sembra ridimensionata. Ora la polizia è in Romania a caccia del terzo e forse di un quarto uomo che potrebbero essere i veri autori della violenza
Nuova pista
Cercano "il terzo uomo" e a chi appartiene il Dna trovato sui reperti. Per fugare i dubbi o per risolvere il caso seguendo un'altra pista. Perché l'esito negativo dei test genetici, ormai mette in dubbio la colpevolezza dei due romeni in carcere, il "biondino" Alexandru Loyos Isztoika, che subito riconosciuto dalla vittima, prima ha confessato poi ritrattato denunciando pressioni, e Karol Racz, "con la faccia da pugile", chiamato in causa da Loyos e che ha sempre detto di avere un alibi.
La verità in Romania?
Ora tutto il cuore dell'indagine è in Romania: è qui, tra il carcere di Bucarest e la Moldavia, che gli agenti cercano di rintracciare il "terzo uomo", Ciprian Cioschi, 22 anni, il giovane senza tre dita riconosciuto dalla vittima in una foto il giorno dopo l'aggressione, che secondo le ultime rivelazioni dei media romeni potrebbe essere stato a Roma il giorno di San Valentino.
Ma anche forse il "quarto uomo" come sembra suggerire un cromosoma y che porta al carcere di Bucarest. Racz aveva rivelato dal carcere che Loyos copriva due connazionali del suo giro di cui aveva paura.
Gli investigatori stanno confrontando i Dna ritrovati sui reperti, raccolti sulla scena e sugli abiti della vittima, con la banca dati del Dna della Romania, per cercare di dare nome e volto a quei profili genetici.
Il doppio riscontro degli esperti sui reperti ha infatti dato esito negativo, anche la comparazione degli esami del dna svolti dalla genetista dell'istituto di medicina legale, Carla Vecchiotti, sulla base dei risultati a cui erano arrivati gli esperti della polizia scientifica, non lascerebbe così dubbi: su una serie di reperti sequestrati nell'ambito dell'inchiesta sullo stupro avvenuto alla Caffarella non ci sarebbero le tracce biologiche dei due romeni indagati, Alexandru Loyos e Karol Racz.
Le pressioni
Gli investigatori romeni che stanno collaborando in Italia nell'ambito delle indagini sullo stupro della Caffarella hanno respinto, dalle pagine del quotidiano romeno Evenimentul Zilei, le accuse sulle pressioni fatte sui due sospettati romeni per confessare il reato. Fonti della polizia romena hanno sottolineato - come riporta il quotidiano - che le autorità italiane hanno annunciato la notizia in maniera molto rapida e "con un trionfalismo ingiustificato". Ma, secondo la stessa fonte "non ci sono state pressioni.
Il giallo dei particolari
Durante l'interrogatorio il primo sospettato ha detto nel dettaglio cosa era accaduto e ha aggiunto dettagli scioccanti che potrebbe conoscere solo chi ha partecipato al reato - ha proseguito la fonte della polizia - e ha fornito prove agli investigatori italiani: la testimonianza non può essere messa in discussione. Il problema è che gli italiani sono stati troppo rapidi. Esistono, d'altra parte, alcuni problemi legati al mondo in cui sono state raccolte le prove sul posto".
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