Calderoli "cancella"
il comune di Brunate

Tra le leggi tagliate dal ministro anche quella che istituisce il comune_: ma non cambierà nulla

f.angelini

BRUNATE Il paese del Faro Voltiano e della funicolare, il “balcone d’Italia” che sovrasta la città resta Comune: non ha effetti pratici la mannaia taglialeggi del ministro alla Semplificazione normativa Roberto Calderoli che, nello sfoltimento di 29.050 provvedimenti, ha soppresso anche il decreto del 1947. Era il decreto n.1.154 del 27 settembre 1947, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.252 del 3 novembre dello stesso anno, che ridava al Colle autonomia da Como. È scongiurato il rischio di tornare indietro di cinque secoli, quando Brunate era uno dei “Corpi Santi”, i borghi della città, Comune rustico della Pieve di Zezio e i brunatesi non dovranno proclamare la seconda guerra di indipendenza da Como, a quasi settant’anni dalla prima. Infatti, nel 1943, il podestà di Brunate, cavalier Giuseppe Grippa rassegnò le dimissioni e fu inviato un commissario prefettizio, cavalier ufficiale Luigi Aliverti, il quale ricopriva lo stesso incarico in Comune a Como. Questa circostanza favorì l’aggregazione amministrativa di Brunate al capoluogo lariano. Nel 1945, i brunatesi argomentarono che non era più necessario stare con Como e grazie all’intervento dell’on.Enrico Rosasco, nel settembre del 1947, riacquistarono autonomia . Soppresso il decreto, soppresso anche il Comune? La domanda era già spuntata a dicembre, quando era stato pubblicato il lunghissimo elenco delle leggi decadute, ma già allora, tra correzioni e precisazioni, erano stati esclusi ritorni allo status quo del passato, anche perchè si sarebbero create situazioni assurde. Ma se non c’è più la legge, Brunate resta vivo.

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Giovedì 26 Marzo 2009

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