Cantù al completo. La carica di Santoro

Vigilia Il Genaral Manager:«Ma a Latina servirà la miglior Cantù, su questo non ho alcun dubbio»

«A Latina servirà la miglior Cantù, su questo non ho alcun dubbio». Non è mettere le mani avanti tanto per farlo, ma una constatazione.

Per Sandro Santoro, general manager della Pallacanestro Cantù, tornare in campo dopo una pausa nasconde sempre qualche insidia.

E Latina, che Cantù affronterà sabato alle 19 in trasferta, non è squadra da sottovalutare: «È un campo difficile, lo sappiamo. Hanno vinto le ultime tre partite, sono in fiducia. E conosco bene il loro allenatore, Franco Gramenzi: eravamo insieme a Barcellona Pozzo di Gotto, so quanto sia scrupoloso nella preparazione delle partite. Troveremo una squadra e un ambiente pronti a darci battaglia».

Ma, a poche ore dal match, cresce la speranza di poter vedere per la prima volta Cantù al completo. Non è mai successo quest’anno: «Speriamo di acquisire certezze in avvicinamento. Su Stefanelli bisogna essere realisti: credo che sarà a referto a Latina, ma non dobbiamo aspettarci un impatto clamoroso, perché due mesi di stop non si cancellano. Deve avere i tempi giusti per reinserirsi, ma ne siamo tutti consapevoli».

Anche Pini sembra aver sistemato i problemi alla schiena e i dubbi sulla sua permanenza a Cantù: «Si sta allenando, dopo alcuni giorni di riposo. Sulle voci di mercato che lo hanno riguardato, dico che ci deve essere disponibilità reciproca. Una delle cose che ci sta dando dei vantaggi è un roster di questo livello e, come successo a Casale, Pini ha risposto alla grande. In sintesi, abbiamo bisogno di tutti questi giocatori. Chiaro, qualche sollecitazione esterna al club su di lui c’è stata, ma la situazione è rientrata alla svelta».

Intanto Cantù si ritrova prima con Cremona a 14 punti, reduce da 5 vittorie consecutive: «Successi maturati in un periodo non privo di difficoltà. Avere una squadra “lunga” sta pagando, sia per gli allenamenti, sia per le partite. Mi piace anche aver visto, in queste partite, alcune differenze: alcune le abbiamo vinte bene, altre benissimo, altre meno bene. Ma è la A2, è un campionato duro dove non esistono partite facili».

Un campionato a cui ha saputo (ri)adattarsi anche coach Sacchetti: «È una persona appassionata a questo sport, il fatto che abbia accettato la nostra proposta conferma la grandezza del personaggio. Ho visto una gestione del gruppo e del singolo che ha aperto la mente di tutti, con esempi concreti che hanno fatto la differenza. In più, oltre all’aspetto tecnico, Sacchetti per noi è una risorsa: è sempre disponibile per ogni iniziativa, specialmente quelle in ambito sociale».

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