Sport / Cantù - Mariano
Venerdì 13 Marzo 2015
Cantù all’altezza in Europa
Feldeine: «Avventura pazzesca»
Che ci siano rimpianti per come Cantù è uscita dall’Eurocup può essere interpretato come un buon segno.
Perché se hai qualcosa di che rammaricarti dopo aver incrociato sulla tua squadra una squadra come il Kazan allora significa che hai fatto tutt’altro che la figura dell’annunciata vittima sacrificale.
Due sconfitte, è vero, al cospetto dell’Unics, ma con uno scarto complessivo di “sole” 9 lunghezze (6 all’andata e 3 al ritorno). Avendo sempre tenuto testa ai russi, che per talento, qualità degli interpreti, esperienza, profondità del roster, confidenza e abitudine europea, sono altro che una pagina avanti ai brianzoli. Al 39’ del match del Pianella, la Foxtown era sotto di 1 e al 39’ della gara in Russia era in ritardo di 2. Ovvero, ampiamente in partita. Dopodiché, gli episodi hanno determinato l’esito delle sfide unitamente all’entità degli scarti. Con gli ottimi giocatori del Kazan ad aver la meglio sui titubanti interpreti con la casacca biancoblù.
La Fowtown saluta l’Europa con un bilancio di 7 vittorie (4 in regular season e 3 nelle Last32) e 11 sconfitte. Non che sia da urlo, ma un dato è doveroso porre agli atti: prima degli ottavi, ha battuto tutte le avversarie che le si sono parate dinnanzi (incluso il Limoges che proveniva dall’Eurolega), eccezion fatta per Gran Canaria contro la quale non ha proprio visto palla né qua né là. Ed è stata l’unica rivale dimostratasi veramente ingiocabile, perché con lo stesso Kazan il successo l’ha sfiorato e con il Khimki l’ha pure colto. Khimki e Kazan, ossia due team di Eurolega prestati all’Eurocup. «Sì, è stata un’avventura strana, quasi pazzesca - osserva Feldeine ricordando il cammino in coppa di Cantù -. Siamo partiti con quattro sconfitte nelle prime quattro partite e sembrava fossimo già eliminati. Invece siamo arrivati agli ottavi di finale. Dobbiamo essere orgogliosi di questo traguardo perché abbiamo dimostrato carattere per raggiungere le Top 16. Dove siamo stati protagonisti».
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