Cantù, le mani in Pasta (Reggia)

«Malgrado la classifica potrebbe far sembrare il contrario, questa partita si preannuncia insidiosa». Pino Sacripanti, insomma, non si fida di Caserta.

Del resto, ne ha viste troppe in carriera il coach per lasciarsi trarre in inganno. Consapevole che i cali di tensione, spesso e volentieri sono brutte bestie con le quali dover convivere. E se quest’oggi (palla a due alle 18.15) i suoi giocatori dovessero avere un comportamento superficiale o anche solo di semplice sufficienza, allora il pericolo sarebbe in agguato appena svoltato l’angolo.

Inconsciamente, infatti, è un attimo allentare la pressione. Perché dopo essersi ritrovati a giocarsela l’altro giorno con una potenza quale il Kazan uscendo a testa alta dalla coppa, riscoprirsi ora scaraventati nelle miserie del nostro campionato e per di più al cospetto dell’ultima della classe fa insinuare il dubbio oltre che il rischio concreto di un comprensibile tracollo della tensione. «È un aspetto che ho subito preso in considerazione - ammette il coach dell’Acqua Vitasnella -. Al termine della partita di Kazan ho stretto una a una le mani dei miei giocatori, congratulandomi per il brillante cammino europeo. Ma un istante dopo è stata un’altra mia premura ricordare loro l’importanza della gara con la Pasta Reggia. Ho chiesto ai miei giocatori di dare il massimo e di dimostrare grande concentrazione».

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