Sport / Cantù - Mariano
Mercoledì 28 Maggio 2014
«Cantù, posso dirlo
Ripartiamo da me
E dai nuovi soci»
Arrabbiata, e non potrebbe essere altrimenti visto l’animo battagliero. Ma determinata, forse come non lo è stata mai. Soprattutto convinta. Convinta di ripartire, senza se e senza ma.
Sono passate quarantotto ore dalla Grande Delusione, ma Anna Cremascoli non alza bandiera bianca. Si è presa il tempo necessario per riflettere e per non dire cose di cui poi si sarebbe potuta pentire. E poi è uscita allo scoperto. Non senza sorprese.
Allora, presidente, da chi e che cosa si riparte?
Dalle nostre certezze. Da Pino Sacripanti e da Daniele Della Fiori per la parte tecnica. E da Luca Orthmann per quella societaria. E, poi, da me.
Ci sta dicendo che...
Sto dicendo che, almeno per un’altra stagione, rimarrò presidente. In un ruolo diverso, visto che non avremo più il 99% delle azioni, ma sempre in maniera attiva.
Cara presidente, musica dunque per le orecchie dei tifosi. Quante cose sono cambiate da quel 2 luglio, giorno in cui disse che da sola non sarebbe più andata avanti?
Si è mosso tanto. Soprattutto abbiamo avuto alcune di quelle risposte che ci aspettavamo. E ora posso dirvi che la Pallacanestro Cantù avrà nuovi soci. Non chiedetemi di più, perché siamo alla definizione dei dettagli e perché, anche solo per una questione scaramantica, non vorrei nominare persone che all’ultimo momento potrebbero cambiare idea.
E sull’azionariato popolare, che ci dice?
Cantù, anche in questo ultimo anno solare, ha risposto un po’ ad alti e bassi. La parte riservata all’azionariato popolare forse non è andata benissimo e come ci aspettavamo, però più di una persona mi ha stupito, rilevando quote che non sono briciole. Quindi mi ritengo felicemente sorpresa.
Per cui blocchiamo subito in partenza tutte le voci di una probabile dismissione?
Assolutamente sì. Si tratta solamente di illazioni. Io sono motivata come sempre, non è una sconfitta che ti fa cambiare idea o posizione. Questo è il bello dello sport. Ciò non toglie che sia arrabbiata, ma mi pare una cosa più che naturale.
Ci dice allora come sta?
Abbastanza bene.
E l’abbastanza, sembra chiaro, deriva dall’epilogo della stagione.
Ci avete preso, anche perché con dieci punti in più... Però, aldilà della normale e umana delusione per come sia finita, non si possono non fare altre considerazioni più profonde.
Tipo?
Tipo il fatto che la stagione sia stata, fortunatamente per noi, lunga e piena di traguardi importanti raggiunti.
Per cui?
Per cui vanno subito fatti i complimenti a Daniele Della Fiori, che non ha fatto bene, ma venissimo. Al suo primo anno da direttore sportivo ha centrato tutti gli obiettivi, allestendo una signora squadra tenendo conto di quello che passava il convento.
Che era?
Che erano, per prima cosa, dei contratti già in essere e non fatti firmare da lui. Aggiunti, ovviamente, al più che citato ridimensionamento del budget. Alla luce di queste cose, ovvio che sia stato promosso a pieni voti.
E poi complimenti a chi?
Come a chi?
Ci dica lei...
A Pino, ovviamente. Che se ha avuto un difetto è quello di aver disputato una stagione regolare troppo bella. Che forse ha illuso un po’ tutti e che quindi ci ha lasciati con l’amaro in bocca dopo l’eliminazione. Ma quello che ha fatto lui, non ha eguali.
In che senso?
Nel senso che ha centrato i traguardi che gli erano stati chiesti.
E cioé?
Passaggio del turno in Eurocup, playoff e Premio Italiani. Poi, ha fatto diventare Abass un giocatore vero e dato tre giocatori in più alla Nazionale. Ne avevamo due (Aradori e Cusin), abbiamo chiuso con cinque (lo stesso Abass, Gentile e Rullo).
Il presidente di Brindisi, qualche istante dopo un’eliminazione come la vostra (3-0 con Sassari), ha detto che la loro era stata una stagione trionfale. Lei, a 48 ore distanza, che dice della vostra?
Che è stata una bella stagione, contraddistinta da un lavoro notevole che l’eliminazione nei quarti non può certo inficiare. Mi ritrovo con in mano tante cose positive.
Cosa ha avuto Roma in più di voi?
Cattiveria e furbizia. Perché i valori erano pressoché uguali e lo avevano confermato anche le due sfide di campionato che avevamo vinto. La serie è stata oltremodo equilibrata e loro hanno sfruttato quel pizzico di determinazione in più che ci hanno messo. Tutto qui.
L’anno prossimo s’inseguirà ancora il Premio italiani?
Sarà notevolmente più basso, quindi dovremo decidere. Anche perché non è facile far giocare gli italiani. Che tra l’altro costano non poco.
Ma quel che è accaduto con Abass vi fa bene sperare...
Direi di sì. Lui, lo ripeto, ora è un giocatore di serie A e nella prossima stagione sarà uno dei titolari. Ma non dimentichiamoci di Rullo. Mi ricordo tutti quelli che dissero che stavamo prendendo un giocatore senza futuro. Siamo riusciti a riportarlo in Nazionale.
E il palazzetto?
Non ditemi. Ogni volta che passo di lì, mi viene male. Non ci penso. Non ci penso più. Chissà se Cantù avrai mai un palazzetto... n Edoardo Ceriani
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