Sabato 30 ottobre torna a Branzi la tradizionale mostra concorso delle capre di razza Orobica o di Val Gerla, animale autoctono della montagna che sta tra la Valle Brembana e la Valtellina, il cui latte è ingrediente caratterizzante del formaggio Bitto. La manifestazione con inizio alle 9 nello spazio fiera della Gradata con la sistemazione dei capi alla stanga prima della valutazione, è organizzata dall'Associazione caprai della Valfondra che ospita una dozzina di allevamenti di questa razza, di cui uno professionale e gli altri a livello amatoriale.
La razza Orobica è una nicchia del più vasto panorama dell'allevamento caprino e l'appuntamento di Branzi offre l'opportunità di fare il punto sulla situazione di questa realtà. «L'allevamento delle capre può avere ulteriore sviluppo – osserva Fabio Bonzi, vicepresidente regionale del Movimento giovani allevatori della Coldiretti e titolare di un'azienda a Piazzegotto di San Giovanni Bianco con una trentina di capre in lattazione -. Possono nascere ancora allevamenti nuovi ma in numero limitato, mentre si può pensare ad un reddito quando si abbina l'allevamento della capra ad altre pratiche agrarie e prima fra tutte l'agriturismo. Alcuni giovani allevatori stanno realizzando nuove strutture sicuramente funzionali e il commercio della produzione casearia è abbastanza vivace».
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