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Domenica 21 Dicembre 2008
Cardina sotto assedio
Raffica di furti in casa
Malviventi in azione sulla collina sopra Monte Olimpino. Colpaccio in una villa in cui i ladri irrompono armati di piccone e fuggono con la cassaforte
COMO - «Li ho visti, sa? Giravano già da qualche giorno. La settimana scorsa ne ho incontrati un paio sotto un’acqua torrenziale, giù in basso prima del tornante. Berretto di lana in testa, un cellulare in mano. Sono convinta, erano loro...».
Marina Mambretti, che di mestiere fa la veterinaria e che in via Cardina ci abita da quattro anni, è una delle vittime della sfilza di furti messi a segno negli ultimi giorni nelle case a ridosso della strada che da Monte Olimpino sale al Crotto del Lupo, la stessa via al centro delle tante polemiche delle ultime settimane, legate al transito dei mezzi pesanti diretti ai nuovi cantieri di via Pisani Dossi. Non solo camion: in una settimana le case derubate sono state tre, tra le vie Cardina, Pisani Dossi e Ferretti, dove abitano Matteo Marconi e sua moglie. «Sono entrati di pomeriggio - dice -, conoscendo probabilmente i nostri orari e i nostri spostamenti. Hanno sollevato una tapparella, hanno praticato un piccolo foro nella porta a vetri e hanno aperto. Poi hanno rubato i preziosi che hanno trovato in casa e se ne sono andati da dove erano venuti, premurandosi addirittura di richiudere tutto». A casa della dottoressa Mambretti sono stati molto meno cortesi. È una villa in fondo a un breve sterrato sopra il Dosso Pisani e a picco su via Panoramica San Pietro, a Bignanico. La polizia ha già provveduto a cercare tutto quello che andava cercato ma di tracce i ladri ne hanno lasciate davvero poche. È stato un furto ben fatto, studiato nei dettagli, messo a segno di pomeriggio sotto la pioggia. Devono avere lasciato la macchina lungo la strada che porta al Dosso Pisani - la celebre villa costruita sul finire del XIX secolo dallo scrittore Carlo Dossi - poi da lì devono essere risaliti a piedi verso l’obiettivo, il cui giardino dista una cinquantina di metri da percorrere tra rovi ed erbacce, senza particolari ostacoli. «Per entrare - racconta la padrona di casa - hanno sfondato la finestra panoramica che dà verso il lago, poi si sono intrufolati in casa e hanno iniziato a frantumare la parete in cui era alloggiata la cassaforte».
Le operazioni sono state condotte a colpi di piccone mentre uno dei complici, raggiunta una stanza sul versante opposto dell’abitazione, restava a controllare l’accesso dal cancello principale pronto ad avvertire gli altri nel caso in cui fosse rientrata la proprietaria. L’allarme è suonato, ma non è bastato. Iladri hanno avuto il tempo di andarsene con la cassaforte senza che nessuno si accorgesse di loro o notasse alcunchédi strano. L’altro pomeriggio, in via Pisani, il terzo colpo, nella casa a ridosso del tratto di strada franata a fine ottobre sotto il peso dei mezzi pesanti diretti al cantiere per le nuove villette a picco su Monte Olimpino.
L’impressione, in questo come negli altri casi, è quella che a muoversi siano bande che conoscono bene gli spostamenti e gli orari di tutti, che in qualche modo sappiano tenerli monitorati, e che lo sappiano fare con precisione. D’altra parta a Cardina si sale e si scende da un’unica strada. Zero vie di fuga.
«Una prospettiva plausibile - suggerisce Federico Faverio, vice presidente dell’Associazione Cardina - è quella di consorziarci e di stipulare un contratto di vigilanza notturna per l’intera collina. Guardie armate di ronda... C’è il rischio concreto di tornare agli anni bui tra il 1995 eil 1998, quando quasi ogni notte qualcuno, da queste parti, subiva un’incursione».
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