Caro direttore,
da quasi una settimana è partita la manovra " lacrime e sangue ", ma l' unica cosa finora certa è che nessuno ha intenzione di piangere.
Non ci stanno i calciatori che pretendono di far pagare il contributo loro richiesto al rispettivo club di appartenenza che, a sua volta, respinge il tutto al mittente. Picchiano i pugni i sindaci dei comuni con meno di mille residenti e i presidenti delle province con meno di 300.000 abitanti, enti destinati ad essere soppressi o accorpati: sostengono che le rispettive amministrazioni costano alla comunità pochissimo, meno di un caffè al giorno.
Protestano quanti dichiarano redditi superiori ai 90.000 e ai 150.000 euro e rifiutano l'ulteriore prelievo del 5 e del 10 per cento: assumono di pagare già fin troppe tasse e invitano quindi lo stato a bussare alla porta di chi le tasse proprio non le paga.
Si ipotizza anche di chiedere un qualcosina in più ai cosiddetti " scudisti-anonimi ", coloro che di recente hanno accettato di riportare sul suolo patrio i capitali a suo tempo illegittimamente parcheggiati nei paradisi fiscali, pagando una penale tutto-incluso del 5 % : ma essendo per l'appunto " anonimi " non si saprebbe a chi spedire la gentile richiesta.
Insomma, per una ragione o per l' altra, tutti si chiamano fuori o non si sentono comunque in dovere di rispondere all' appello alla solidarietà.
Di questo passo mi sa che, alla fine della fiera, a dover sopportare l' intero sacrificio che l' Europa ci chiede resteranno le solite due persone: io e lei, caro direttore. Conoscendola persona onesta e di grande generosità le rivolgo un accorato pubblico appello, certo che non mi dirà di no.
La prego di darmi una mano a risanare l'ingente debito di questa nostra povera Italia perché io sono stufo di dover sempre pagare tutto da solo!
Carlo Crimella
Caro Carlo,
la ringrazio davvero di cuore per la sua lettera intelligente e spiritosa che, con lieve ironia, coglie davvero nel segno. In questo paese tutti protestano e tutti cercano di scaricare le proprie responsabilità e così, alla fine, quelli a cui tocca pagare il conto sono sempre i soliti noti: quelli come lei, quelli come me e tutti gli altri che hanno l'unica colpa di essere corretti e di rispettare la legge. Così non va. Il nostro giornale la pensa proprio come lei: ci vuole subito un governo che la smetta di tartassare gli onesti e inizi finalmente a colpire chi non paga le tasse e chi, con i suoi sprechi, contribuisce a mandare a picco il bilancio dello Stato. Ma perché questo governo non arriva mai?
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