Cemento e gru a Garzola
Interviene la magistratura

Cantiere sotto sequestro. Il garage diventa multipiano e la procura mette i sigilli. Tre indagati

<+G_TONDO>A fissare la fetta di montagna che comaschi e cartelli stradali conoscono come Garzola nessuno direbbe, così di primo acchito, che esiste una legge di tutela paesaggistica assieme rigidi vincoli ambientali. Eppure, lungo una strada dove le gru crescono più in fretta degli alberi, un decreto datato 1985 del Presidente della Regione Lombardia fissa paletti ben precisi per scongiurare il rischio di abusi edilizi. Limiti che, secondo la procura di Como, sarebbero stati oltrepassati nei lavori per la realizzazione di un garage multipiano che multipiano non avrebbe dovuto essere.
Gli agenti della polizia locale del capoluogo hanno messo i sigilli, su mandato della magistratura, all’esterno dell’autorimessa in costruzione dietro a una villa a Garzola alta, al 67 di via per Brunate. Il sostituto procuratore Mariano Fadda, titolare del fascicolo, ha iscritto nel registro degli indagati - come atto dovuto - il committente dei lavori, ovvero il legale rappresentante della Como Investimenti srl, Gianluca Folini, 38enne di Villa Guardia, il progettista nonché direttore del cantiere, l’architetto comasco Giovanni Dell’Oca, 46 anni, e l’esecutore dei lavori, Giovanni Alborghetti, 61enne imprenditore titolare della Apag di Cavernago (Bergamo). Sono tutti accusati di aver violato il testo unico delle disposizioni in materia edilizia e di aver eseguito lavori non autorizzati su aree sottoposte a vincolo ambientale e paesaggistico.
Il provvedimento della magistratura nasce da una segnalazione presentata nel maggio scorso da un residente confinante con la villetta in ristrutturazione all’ufficio Pianificazione del territorio del Comune di Como.

© RIPRODUZIONE RISERVATA