Lo dice anche il risultato di una metanalisi pubblicata sulla rivista British Medical Journal, supportata dall'esame del direttore dell'Osservatorio Nazionale Alcol dell'Istituto Superiore di Sanità e presidente della Società Italiana di Alcologia, Emanuele Scafato.
"Non esiste in natura e non è mai stata realizzata - afferma Scafato - una molecola in grado di legarsi all'alcol per accelerarne il metabolismo o espellerla dall'organismo senza danni, prima che arrivi al fegato". Inutile il ricorso ai nuovi cerotti statunitensi bytox con vitamine e integratori: "sono inefficaci", sottolinea Scafato. Rassegnarsi agli effetti del 'Day After' è quanto suggerisce di fare anche la metanalisi sul British Medical Journal che ha esaminato l'effetto di alcuni presunti rimedi, come il tropisetron (un farmaco anti-nausea), il propranololo (un betabloccante contro l'ipertensione), l'acido tolfenamico (un farmaco antinfiammatorio) e il fruttosio o il glucosio che dovrebbero bloccare gli effetti metabolici dell'alcol. Bocciati anche gli integratori alimentari, tra cui quello più gettonato al fico d'India. Nessuno di questi composti ha dato prove "convincenti" del riuscire ad attenuare un'ubricatura. Se non si possono curare i postumi, almeno si può capire quando ci si deve fermare con i brindisi. I campanelli d'allarme sono molti: visione laterale limitata, sudorazione (dovuta alla vasodilatazione), tachicardia, perdita dell'equilibrio, nausea e vomito (legate all'irritazione della mucosa dello stomaco).
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