Che bei due Testoni
Papà e figlio in moto

Angelo ha 70 anni, Guido ne ha 45 e questo sarà il 25° anno di corse: «Un bel festival di ricorrenze», sorride Guido

Ce li immaginiamo a tavola, la sera, nell’albergo delle trasferte europee: papà Angelo che controlla il foglio dei tempi e ogni tanto alza il sopracciglio, chiedendo al figlio Guido: «Ma tu quella curva, come la prendi?». Tra le tante storie di padri e figli dello sport comasco, quello dei Testoni è un caso forse unico. Perché non si tratta solo di passione trasmessa di generazione in generazione, ma anche di gare fatte assieme, di partecipare fianco a fianco allo stesso sport. Il motociclismo, le gare in salita del campionato europeo. Angelo ha 70 anni, Guido ne ha 45 e questo sarà il 25° anno di corse: «Un bel festival di ricorrenze», sorride Guido.

I Testoni sono famosi in tutta Europa, non solo (e già basterebbe questo) perché sono padre e figlio che corrono nelle stesse gare, ma perché Guido è uno che vince. Sei titoli europei 250, uno 125 (con una Honda ex Gianola) e quattro titoli italiani. Uno che va forte.

Il papà, che lo ha introdotto a questa passione, quando hanno deciso di provare a correre con le moto d’epoca, nel 1998, invece che stare lì a cronometrare e a preparare i panini, ha scelto i salire in sella anche lui. «Mio papà - dice Angelo, parlando di nonno Guido - passava il tempo dietro bici e moto. Mi sono appassionato anche io. Avevo la moto da strada, e portavo Guido (inteso come il figlio, ndr) a vedere le gare a Monza. Poi abbiamo cominciato a comprare moto d’epoca, a smontarle e rimontarle. Finché non abbiamo deciso di provare a correre, con le moto antiche in salita».

Da cosa nasce cosa: «Prima - dice Guido - erano rievocazioni, oppure le salite qui vicino, tipo il Monte Generoso. Poi ci ho preso gusto, andavo forte, abbiamo preso due Honda 250 gran premio e abbiamo debuttato nella categoria regina. Infine abbiamo cominciato a fare le gare Europee, perché le strade sono più larghe, più veloci, più lunghe». Tanto per dare un’idea, ecco le prestazioni: «Facciamo dai 140 ai 180 di media, velocità massima 240 all’ora». Sulle strade normali, senza vie di fuga, tra muretti e ringhiere. «Ma abbiamo assetti da salita, erogazione più morbida e una guida meno aggressiva che in pista. Io non ho visto gente farsi male». Guido va veramente forte: «Una volta, nel 2017, sotto la pioggia, alla gara decisiva per il campionato, c’era anche l’ex pilota del Mondiale Roberto Rolfo, iscritto. C’era il diluvio universale, feci un tempo incredibile rifilando sette otto secondi a Rolfo. Venne da me e mi disse: “tu sei matto!”». E papà Angelo? «Io spesso sono ultimo. Ho chiesto il numero 99 per partire in fondo alla fila e non avere gente dietro. Ma anche perché se si capovolge l’ordine di arrivo c’è sempre un Testoni al comando... Eppure qualche volta qualcuno lo metto dietro eh!».

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