Chiesto il giudizio immediato
per il pugile “Raim”

La Procura di Milano vuole processare i quattro marocchini fermati nel corso del blitz del 28 aprile - La Digos aveva arrestato il pugile lecchese dopo che aveva ricevuto il “poema bomba “, con l’ordine di colpire

A distanza di quasi cinque mesi dal blitz antiterrorismo nella nostra città, la Procura di Milano ha chiesto il processo con rito immediato nei confronti di quattro presunti terroristi legati all’Isis e arrestati in un’operazione congiunta Digos di Lecco e Ros lo scorso 28 aprile.

Si tratta di Abderrahim Moutaharrik, detto “Raim”, 27 anni campione internazionale di kickboxing, marocchino che viveva a Lecco e di sua moglie Salma, oltre ad Abderrahmane Khachia, 23 anni, marocchino, residente invece in provincia di Varese e Wafa Koraichi, 24 anni, sorella di un altro cittadino marocchino che con la moglie e i tre figli si troverebbero in Siria come foreign fighter.

Stando alle indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dai pm Enrico Pavone e Francesco Cajani, Moutaharrik avrebbe ricevuto un ordine direttamente dal Califfato, lo scorso aprile, con un messaggio in «arabo classico» inviato sul suo cellulare tramite Whatsapp per commettere un attentato.

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