Società e Costume
Martedì 02 Agosto 2011
Cina, classe operaia addio
Costa troppo, meglio i robot
Un gigante dell'hi tech annuncia la svolta per la Cina: per la Foxconn - che produce componentei per Apple e Nokia - i dipendenti costano troppo anche lì, quindi ha deciso di creare nei prossimi tre anni un milione di macchinari completamente automatizzati
Ma i conti sono conti. Così in Cina si arriva a prevedere robot al posto degli operai: una legione di "dipendenti" automatizzati equivalente a un milione di unità lavorative da creare nei prossimi tre anni, cento volte tanto i livelli attuali.
Sono le cifre annunciate dal gigante globale delle delocalizzazioni industriali, la multinazionale taiwanese Foxconn, che con i suoi immensi impianti manifatturieri in Cina produce i gioielli dell'elettronica per conto di buona parte dell'industria avanzata occidentale, dalla californiana Apple alla finlandese Nokia, a Intel e altri.
Nei mesi passati Foxconn è stata investita da polemiche sul trattamento riservato ai dipendenti, che rivendicano orari più umani e salari più elevati, mentre si va esaurendo il prezioso filone di lavoro a bassissimo costo che in Cina, per anni, è stato possibile sfruttare grazie all'esodo di milioni di cittadini dalle poverissime campagne verso le città, e le loro industrie fumanti.
E così il lavoro low cost cinese è sempre meno "low". Lo scorso anno, sollecitata anche dalla pressioni delle autorità, Foxconn si è dovuta rassegnare ad aumentare del 30-40 per cento i salari medi dei suoi dipendenti, e fino al 2013 si profilano altri incrementi per un ulteriore 20-30 per cento, secondo il Financial Times.
Per un gigante dell'elettronica, forse la via di fuga più evidente da questa spirale sui costi del lavoro è stata quella di "assumere" robot. Costruirli e mantenerli in attività ha sì un costo, ma fisso e prevedibile. Gli orari non esistono e i robot non scioperano mai. Benvenuta Cina nel club del capitalismo avanzato e tecnologico.
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