Comasco imbarazza il Ticino
Inchiesta a luci rosse con politici

In manette da luglio per la scabrosa vicenda del Lumino’s, locale di appuntamenti. Il procuratore pubblico chiude oggi l’inchiesta - Tutte le accuse all’uomo di Ronago

C’è un’inchiesta giudizia che ha imbarazzato e imbarazza ancora il Canton Ticino. Riguarda un comasco, Luigi Girardi, 48 anni, di Ronago, che dal luglio scorso è in manette e da giovedì, dopo l’ultimo interrogatorio con il procuratore pubblico Antonio Perugini, è stato trasferito nel carcere Stampa.

La vicenda ha inizio anni fa quando Girardi diventa direttore del Lumino’s, inizialmente un locale bar che in seguito diventa quello che nell’italiano ticinese viene definito un postribolo, cioè una casa di appuntamenti a luci rosse. A luglio scatta un’operazione della polizia ticinese coordinata dalla magistratura: nel controllo al Lumino’s risultano presenti 15 donne rumene, tutte in regola con i permessi per gli stranieri. Ma secondo l’accusa l’edificio non è conforme alle norme edilizie comunali e quindi scattano in sigilli e il locale viene chiuso. Girardi va in escandescenze e viene fermato. Lui accusa la polizia di averlo malmenato.

L’inchiesta va avanti e Girardi cerca di convincere le autorità a fargli riaprire il locale. Emergono coinvolgimenti, come vittime, di alcuni politici ticinesi e di un alto funzionario che viene indicato come frequentatore dell’ex locale a luci rosse.

Nelle indagini, sempre come vittima, finisce anche il ministro ticinese Michele Barra, che si dimetterà poco dopo per una grave malattie e morirà pochi giorni dopo. Girardi aveva chiesto e ottenuto un incontro con il ministro Barra nel corso del quale gli avrebbe mostrato registrazioni di video compromettenti del funzionario del dipartimento del Territorio. Dall’inchiesta emerge che Giardi registrava con il suo iPhone gli incontri che aveva con i funzionari e i politici. Lo scopo degli incontri per Girardi era chiaro: farsi concedere la riapertura del Lumino’s. Nonostante le sue insistenze, l’operazione non riesce. Anzi, accumula una serie di accuse dopo l’altra.

Il procuratore ha chiuso l’inchiesta, e Girardi sarà processato per rispondere di sfruttamento della prostituzione, tentata coazione, violazione della sfera segreta o privata mediate apparecchi di presa d’immagine, frode fiscale e sottrazione d’imposta.

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