Como, 25 Aprile con polemica
su neofascisti e museo a Dongo

Questa mattina il presidente dell’Anpi, dal palco ai giardini a lago, ha attaccato amministratori locali, prefettura e questura

Più di 300 persone hanno partecipato alle celebrazioni del 25 Aprile, questa mattina, ai giardini a lago. Sul palco le autorità civili e militari, e proprio dal palco di fronte al monumento alla Resistenza è nata una polemica destinata a far discutere.

Il presidente dell’Anpi di Como, Guglielmo Invernizzi, nella sua orazione ha attaccato duramente prefettura e questura colpevoli - a suo dire - di sottovalutare la presenza di movimenti neofascisti sul territorio comasco. Ma ha chiamato in causa anche il sindaco Mario Lucini. Secondo Invernizzi ci sono stati incontri anche in strutture pubbliche, con saluti fascisti. “Abbiamo presentato un esposto-denuncia ma è finito nel nulla. Non siamo soddisfatti delle risposte che abbiamo avuto. Faccio appello al sindaco e al prefetto, perché non possiamo stare a guardare mentre certi gruppi prendono piede allo stadio, nelle scuole e altrove”.

Nel mirino di Invernizzi anche il sindaco di Cantù Claudio Bizzozero (per aver autorizzato il raduno dell’estrema destra) e gli amministratori di Dongo per la vicenda del museo. “Hanno voluto cambiare il nome intitolandolo alla fine della guerra e non alla Resistenza, con un’evidente storpiatura storica e inserendo il nome di Mussolini perché porta gente. Forse vogliono creare una piccola Predappio a fini turistici? Noi continueremo a batterci perché non ci vergogniamo della parola Resistenza”.

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