Como, coreografia e storia: un tifo da A

Sugli spalti La curva ha organizzato una scenografia monstre alla quale i ragazzi hanno lavorato per settimane. La storia del bambino che ha partecipato alla corsa della squadra a fine partita, e la curiosità del microfono invasivo

Quella di sabato è stata una partita speciale anche per il tifo del Como. La Curva ha voluto santificare la nuova organizzazione e il nuovo impatto numerico della parte più calda del tifo, con una coreografia che ha coinvolto tutto il settore e quasi tutto lo stadio. I ragazzi che organizzano il tifo in curva ci lavoravano da settimane: un bandierone con disegnato il profilo della città, rappresentato dalla torre di Porta Torre, dal monumento a cerchi di Camerlata, dal Tempio Voltiano, da Sant’Abbondio e dalla montagna del Baradello, con l’azzurro a rappresentare il lago.

Una realizzazione in piena regola secondo le norme che regolano gli accessi allo stadio, con materiale ignifugo e vernice ad acqua. Poi sono state distribuite 3500 bandierine che sono state sventolate all’ingresso in campo, e che facevano da sfondo al bandierone. Una corsa contro il tempo, perché la pioggia ha allungato i tempi di realizzazione.

Che opera

Per comporre la coreografia, i ragazzi sono entrati in scena dalle 10 del mattino. Per posizionare le bandierine di plastica, una su ogni seggiolino. Rispetto ai normali rituali della partita, i capi del tifo hanno chiesto due importanti variazioni: entrare mezzora prima della partita (è ormai una moda generale delle curve entrare a ridosso del fischio di inizio) e occupare ognuno un seggiolino, senza assembrarsi su una delle due rampe come accade di solito.

In effetti il colpo d’occhio è stato impressionante: un tifo da serie A, e soprattutto la dimostrazione del fatto che la curva di solito appare vuota per un quarto, perché l’assembramento lascia liberi dei seggiolini. Questo per chi si chiedeva come mai durante il campionato, a fronte di posti liberi in curva, ai botteghini figurava il tutto esaurito.

Tutti abbracciati

A Como-Ternana ci sono state altre due curiosità. Primo: il bambino che a fine partita è sbucato chissà come sul campo e ha raggiunto la squadra, partecipando alla corsa della squadra sotto la curva, come se fosse un giocatore. Un emozione che non dimenticherà mai. Alla fine Cutrone gli ha regalato la maglia. Poi c’è stata la storia del grande microfono peloso che gironzolava a bordo campo. Succede sempre quando Comotv effettua le riprese per il documentario.

Solo che mai come questa volta il microfono era vicino al campo. Non solo il microfonista andava avanti e indietro davanti alle panchine a al quarto uomo. Ma a un certo punto si è piazzato sul palo vicino a Gomis. Una cosa è certa: nel documentario gli effetti visivi e sonori saranno molto live...

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