Como, ecco Scuffet
«Ora è bello stare qui»

Il giovane portiere è arrivato: tanta attenzione su di lui, protagonista l’anno scorso di un clamoroso exploit

La sua storia fece se non proprio il giro del mondo, quello d’Europa certamente sì. Simone Scuffet, ragazzone diciannovenne con il viso da adolescente e un diploma di ragioniere appena messo in tasca, davanti ha a detta di tutti un grande futuro, partendo magari proprio da qui, dal Como. Ma alle sue spalle ha già una storia grande da raccontare.

Diciassette anni, otto mesi e un giorno aveva quando esordì in serie A, più giovane persino di Buffon, altro precocissimo fenomeno in porta. «Si fece male Brkcic, c’era bisogno, e Guidolin mi fece esordire a Bologna». Come fosse la cosa più normale del mondo, del resto Simone già giocava in Primavera quando aveva l’età per giocare negli Allievi. Bravo lo è sempre stato. «A 17 anni o a 30 conta quello che sai fare», dice lui. Che a 17 anni appunto ha portato via il posto al collega, perchè Guidolin da quella porta non l’ha levato più. Sedici partite da titolare, occhi di tutti puntati su di lui. «Emozioni? Beh, certo. L’esordio è sempre indimenticabile. Ma credo che la mia partita migliore sia stata quella a San Siro contro l’Inter, un pareggio sofferto», in cui le sue parate furono tante e fondamentali. Alla fine di quella stagione «l’apice delle cose belle che mi sono successe sinora: lo stage premondiale con la Nazionale». Cose che giocatori con trent’anni di vita e di carriera più di lui non hanno mai nemmeno potuto sognarsi.

Nella sua scelta di venire a Como c’entra anche una vecchia conoscenza azzurra. «Ho avuto Brunner allenatore per quattro anni, prima alla Primavera, poi è passato anche lui alla prima squadra. È la persona che mi ha seguito di più, tecnicamente e umanamente. Mi ha fatto crescere tanto, gli devo molto. E chiaramente mi ha parlato bene di Como, dell’ambiente, del fatto che la scelta di venire qui potesse essere giusta. Quello che ci vuole a questo punto per me».

Nella sua storia, anche la clamorosa offerta dell’Atletico Madrid che un anno fa lo voleva a tutti i costi. Tanti soldi offerti all’Udinese, tanti soldi offerti a lui, un contratto di cinque anni a 900mila euro a stagione. una possibilità di carriera apparentemente irrinunciabile. Ma che succede? Che lui non ci va. I genitori dicono che è meglio di no, l’Udinese stessa tutto sommato non spinge per lasciarlo andare... E lui resta a casa. «Si è detto molto su questa vicenda. È stata una decisione comune, presa con la società, con gli allenatori, con la famiglia. Io come la pensavo? Io per fortuna sono uno che non si fa prendere troppo dalle emozioni. E sono convinto che la scelta sia stata giusta. Certo, ogni tanto mi sono fatto la domanda, cosa sarebbe successo se. Ma non ho avuto rimpianti».

L’intervista completa a Simone Scuffet su La Provincia di sabato 8 agosto

© RIPRODUZIONE RISERVATA