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Mercoledì 12 Marzo 2008
Como, il bluff della sicurezza
ecco come si muore sul lavoro
Viaggio nei cantieri comaschi dove vengono regolarmente disattese regole e normative sulla prevenzione degli infortuni
Senza caschetto, mentre sulla testa passa un carico sospeso spostato da una gru. Senza imbracatura, arrampicati su un ponteggio a dieci metri di altezza o in equilibrio su un tetto. Senza occhiali e maschera protettiva, a due spanne dalle scintille provocate da una fiamma ossidrica.
In ognuno dei cinque cantieri ?visitati? a sorpresa dall?occhio indiscreto della nostra macchina fotografica abbiamo immortalato scene in cui le carenze nelle misure di sicurezza e prevenzione degli infortuni sembrano evidenti. Non si tratta solo di cantieri edili privati, ma anche pubblici. Per esempio, l?operaio con la fiamma ossidrica era all?opera due giorni fa proprio sull?area di lavoro delle paratie. Dalla grande opera pubblica, dunque, fino alla più modesta costruzione di un edifico residenziale, le cose non cambiano: piccole o grandi che siano le violazioni alle norme di sicurezza, si vedono uomini lavorare senza adottare tutte le precauzioni utili a evitare potenziali incidenti. SENZA CASCO Vuoi per una banale dimenticanza, vuoi per noncuranza o eccessiva fiducia nelle proprie abilità, la realtà dei fatti è che su quasi tutti i cantieri abbiamo ?pizzicato? operai al lavoro senza che sulla loro testa spiccasse il classico elmetto che serve a proteggere da un?accidentale caduta di oggetti dall?alto, magari un operaio a cui scivola di mano un arnese o parte di un carico che si stacca da una gru. In un cantiere in via per Torno, dove incastonata nella roccia della montagna sta sorgendo un?abitazione, venerdì scorso su quattro operai al lavoro poco prima delle 16, tre non indossavano il casco; questo nonostante l?uso sia obbligatorio, come evidenziato anche dal cartello esposto sulla recinzione che delimita l?area sul quale spiccano tutte le misure di sicurezza da adottare.
Niente caschetto nemmeno in altri tre cantieri nel cuore del centro storico, vale a dire in via Boldoni (l?edificio ?Cucchi?), in via Collegio dei Dottori (stabile della Circoscrizione 7, ma i lavori sono commissionati da un privato, ndr) e in quello tra via Plinio e piazza Roma.
SENZA IMBRACATURA Come uomini ragno si muovono sui tetti e sui ponteggi senza paura dell?altezza. Alcuni operai non si affidano né a reti di protezione (sarebbe impensabile in un cantiere edile) ma nemmeno alle classiche imbracature. In via Collegio dei Dottori un operaio si arrampica su un?impalcatura e si mette in equilibrio su un tubo: con una mano si regge per non cadere mentre con l?altra lavora. Una scena da brividi che fa restare con il naso in su. Ma sotto, la gente a passeggio cammina guardando le vetrine e non si rende conto che a dieci metri di altezza si sta svolgendo un numero degno della migliore scuola circense.
Anche su un tetto visibile da piazza Roma si possono ammirare lavoratori-acrobati. Non bisogna lasciarsi ingannare dal fisico un po? sovrappeso. Sono molto agili e tra le tegole zampettano come gatti. Ovviamente senza nessun sistema di imbracatura.
RISCHIO PER GLI OCCHI Chissà quali danni può causare a un occhio una scintilla provocata da una fiamma ossidrica capace di sciogliere i metalli più duri. L?operaio che l?altro ieri la maneggiava sul cantiere delle paratie usava i guanti e tanta cautela. Ma nessuna visiera o occhiali di protezione. Forse la mascherina non è obbligatoria per quel tipo di utensìle incandescente, ma di certo non può far male. Di sicuro non può fare più male di una scintilla che finisce in un occhio.
Dario Alemanno
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