Como, il falso verbale
«In questura sapevano tutti»

La vicenda del falso verbale aggiustato per favorire il figlio del dirigente medico era nota da tempo nei corridoi della questura

Como

La vicenda del falso verbale aggiustato per favorire il figlio del dirigente medico era nota da tempo nei corridoi della questura. È quanto emerge dalle motivazioni con cui il gip del tribunale di Como ha accolto la richieste di sospensione dal servizio avanzate dalla Procura per quattro degli indagati, tra i quali il dirigente medico di viale Innocenzo Angela Napolitano.

Per motivare il suo assenso alla richiesta della Procura, il gip torna sui fatti contestati nel capo di imputazione e sui loro sviluppi, conseguenza degli interrogatori resi da indagati e testimoni dopo l’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare di dieci giorni or sono. Sono proprio due degli indagati, a raccontare al giudice che del verbale asseritamente taroccato per favorire il figlio della dottoressa rimasto coinvolto in un incidente stradale, parlavano diversi colleghi, discutendone al bar, consci del fatto che il ragazzino avesse torto ma che si volesse addossare la colpa all’automobilista. La vicenda è nota: il ragazzo si schianta in bici contro un incolpevole conducente, i vertici della stradale aggiustano il verbale e la dottoressa denuncia il guidatore dell’auto per lesioni, sperando così - nella prospettazione dell’accusa - di ottenere dall’assicurazione un risarcimento del danno.

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