Como, la salvezza in trasferta? In valigia un po’ di qualità

Analisi L'utilizzo di Fabregas e Da Cunha dal primo minuto significa che forse per il tecnico azzurro è venuto il momento di affidarsi alle carte dei piedi buoni

Il punto preso dal Como a Bolzano è prezioso. Molto prezioso. Soprattutto se si tiene presente lo stato di forma della squadra di Bisoli. Un valore che va al di là della tentazione di valutare la prestazione degli azzurri. Possiamo spaccare il capello in due, analizzando fasi e momenti della partita, ma la morale è che si è trattato di una gara in cui gli episodi sono stati determinanti, come spesso succede in B. Poche occasioni, pochi tiri, i voti in pagella che aumentano o diminuiscono di mezzo voto a seconda del fatto se hai portato a casa la pelle o no.

Gli episodi sono stati lo spavento di Baselli sul gol di Taro: ci stava per mettere la testa, il numero 10 azzurro, e poi si è comprensibilmente ritratto per spirito di conservazione (era gioco pericoloso?); e poi il rigore guadagnato da Gabrielloni con un guizzo che ha ingannato l’avversario, costringendolo al fallo. Il resto è per alchimisti della tattica o frequentatori del corso di Coverciano. Non se ne esce. Ma prima di tornare alla prestazione del Como, preme notare un aspetto. Il Como ha fatto il grosso dei suoi punti (quelli che gli permettono oggi su stare a livello di galleggiamento in classifica) in casa, battendo Perugia, Benevento, Venezia e Cittadella. Ma le prestazioni migliori le ha fatte vedere in trasferta. Nelle ultime quattro partite fuori casa, ha ottenuto due vittorie (Ternana e Brescia), un pareggio (ieri) e una sconfitta. Ma soprattutto, è la prestazione che interessa. E le prestazioni in trasferta sono state, almeno secondo chi scrive, più convincenti rispetto a quelle in casa. Dove il Como spesso ha mostrato una difficoltà a imporre il gioco a essere imprevedibile. In trasferta, se si eccettua Modena, il Como ha mostrato sempre una certa intraprendenza. Persino anche nelle sconfitte di Cosenza, di Parma e di Cagliari, ci sono state fasi brillanti, determinate e autoritarie. Questo può essere un dato molto importante perché, sfida con il Cosenza a parte, il Como dovrà giocare fuori casa le sfide dirette per la salvezza: quelle già citate prima, Perugia, Benevento, Venezia e Cittadella, più la Spal di sabato prossimo.

Possiamo dire che la salvezza passa dalle trasferte. Ed è un bene aver visto, anche ieri, una squadra non paurosa nè timorosa, seppure ancora troppo timida negli ultimi venti metri.

Il problema è lì. Ieri, novità, si è timidamente cercato di tirare anche da fuori, cosa che il Como non fa praticamente mai.

Ma soprattutto a Bolzano si è visto un atto di coraggio di Longo nel cercare di inserire qualità nello scacchiere azzurro. L'utilizzo di Fabregas e Da Cunha dal primo minuto significa che forse per il tecnico azzurro è venuto il momento di affidarsi alle carte dei piedi buoni. Fabregas ha convinto sino a un certo punto, ma è un fatto che la squadra con lui in campo sembra più sicura. Longo ha scelto la strada dell’alternanza tra lui e Baselli, vedremo se continuerà su questa strada.

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