Como, Passera
e quelli che non...

Quelli che non... si candidano a sindaco di Como. Corrado Passera, comasco, top manager ed ex ministro, si è chiamato fuori in un’intervista a La Provincia dalla partecipazione diretta alla corsa per la successione di Mario Lucini che ci sarà fra due primavere ma che è di fatto già cominciata.

Si sa che nelle cose della politica spesso vale la celebre frase di Nanni Moretti in Ecce Bombo: «Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?». Perché un personaggio come Passera, al di là delle previsioni sui voti che può

intercettare il suo movimento, è uno che un suo peso, nella realtà comasca, ce l’ha eccome. Non fosse altro perché, attorno a lui, gravita una bella fetta di quel blocco sociale moderato comasco che, scocciato e choccato dall’esperienza del centrodestra guidato da Stefano Bruni, ha finito per restare a casa o addirittura per sostenere Lucini nelle comunali del 2012. Sono i voti in libertà, l’elettorato liquido (o anche un po’ liquefatto nel caso della componente che fa capo a Berlusconi) che risulta però quasi sempre decisivo per la vittoria finale.

Ecco perché tutti dovranno fare i conti con Italia Unica di Passera e soprattutto con ciò che rappresenta. In particolare il centrodestra comasco che, in fatto di quelli che non... ci sono più ha davvero pochi rivali. L’ex ministro di Monti ha detto di essere alternativo al Pd renziano. Perciò salvo non voler garantire a Lucini o un altro esponente di centrosinistra una tranquilla passeggiata di salute alle urne, il centrodestra sarà costretto a rapportarsi con lui.

Passera ha anche detto che auspica una candidatura forte con un grande progetto per la città. Se anche in questo ragionamento vale la preclusione nei confronti del Pd, significa che questo personaggio non potrebbe che uscire dalla galassia moderata. Insomma per quanto il manager prestatosi alla politica si definisca un competitor rispetto all’universo berlusconiano, il centrodestra comasco non può far finta di niente. E se si sta lavorando per una candidatura forte (che forse c’è) da presentare contro il centrosinistra, sarebbe il momento di cominciare a mettere fuori il naso. E la faccia.

Le ragioni della disfatta del 2012, al di là del disastro lasciato da Bruni & C, stanno anche nel modo in cui fu costruita e sostenuta la candidatura di Laura Bordoli, mandata allo sbaraglio e mal supportata quando ormai i giochi erano fatti. Anche i sassi sanno che Como è una città a maggioranza moderata. E con un candidato autorevole e percepito dagli elettori, appoggiato dall’intero arco delle forze alternative a Lucini o a chi per esso, la mission per la riconquista di palazzo Cernezzi potrebbe risultare meno impossibile di quanto appaia ora.

Per questo motivo il sasso gettato da Passera nello stagno della politica comasca non dovrebbe lasciare indifferente neppure il centrosinistra locale dove nonostante l’ampio ombrello di Renzi, non è che lo stato di salute sia proprio ottimale.

Quelli che non... insomma contano molto più di quanto sembra.

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@angelini_f

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