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Venerdì 03 Aprile 2009
Contrabbando d’oro, la pena è una multa
Gli svizzeri scoprono un giro illegale da milioni di euro, due condannati a pagare solo 30mila franchi
L’inchiesta delle dogane elvetiche è una conferma a quanto scoperto anche dalla procura lariana, che da anni indaga su un fiume d’oro da e per la Svizzera. Negli ultimi quattro anni, hanno ricostruito gli investigatori elvetici, un pensionato tedesco con la complicità di un commerciante d’oro italiano (non comasco, anche se di lui gli svizzeri non hanno voluto fornire ulteriori dettagli) ha trafficato 180 chili di oro in lingotti e in placche.
Tutto è iniziato nel 2007 quando una pattuglia delle guardie di confine, durante un controllo a Novazzano, ha fermato l’auto del commerciante italiano e ha trovato, sotto il vano della ruota di scorta, oltre 6 chili di oro in placche nonché denaro in contanti per un valore di 150.000 franchi. La sezione antifrode doganale di Lugano ha avviato un’inchiesta e interrogato l’italiano, il quale ha ammesso di aver acquistato l’oro a Chiasso e che quelle placche arrivavano illegalmente dalla Germania, trasportate da un pensionato tedesco che si trovava ancora nella città al confine con Como. Quei 6 chili facevano parte di una partita più ingente, per un totale di circa 16 chili di oro. Di questo quantitativo il pensionato tedesco aveva già venduto e consegnato ad una ditta di Chiasso circa 10 chili di lingotti. Il rimanente doveva essere trasportato di contrabbando in Italia.
A inchiesta conclusa le autorità elvetiche hanno scoperto che dal 2004 in poi i due uomini avevano pianificato l’importazione in Svizzera di 18 invii di oro in lingotti e placche per un totale di 180 chili. Il nome del commerciante italiano è stato ora comunicato alle autorità italiane, che hanno aperto un’inchiesta a suo carico.
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