Da Ros: «Bella Cantù, tutti protagonisti»

L’analisi «Sta emergendo una caratteristica: a turno, ci sono protagonisti diversi. E nessuno sta a guardare troppo le statistiche»

Il capitano è lì, presente come non mai. E in crescita. Lui, parte di una Cantù che arriva al turno di riposo con una vittoria contro la Jb Monferrato, ultima di cinque consecutive. Matteo Da Ros, c’è e se le statistiche - che non lo hanno mai appassionato - magari non lo pongono in evidenza per punti segnati, è però indubbia però la sua crescita, con un contributo sostanzioso in altre voci.

Intanto, si gode il buon momento della squadra: «Bisogna ammettere che i risultati che ci aspettavamo stanno arrivando. Non mi sento di fare bilanci dopo sole otto giornate, ma certamente vincere bene, su un campo non facile contro una squadra gagliarda per 30 minuti, prima di una sosta serve sempre. E dovremo essere bravi a capitalizzare al massimo questo periodo senza partite: servirà a fissare bene alcuni concetti e a migliorare altri aspetti».

Una Cantù che sembra si stia trasformando. Da squadra con la miglior difesa in assoluto fino a qualche settimana fa, ora sta emergendo una più spiccata propensione offensiva. Come del resto richiede la filosofia cestistica di coach Sacchetti: «Si sta facendo di tutto in termini propedeutici al risultato. La nostra difesa non è però tra le migliori ultimamente, ma se aumenta il numero canestri, ci sta che si possa subire qualcosa di più rispetto al solito. Ma non dobbiamo assolutamente mollare su questo punto: la difesa può sostenerti nelle giornate in cui si fa più fatica a segnare».

Niente bilanci, come detto, ma analisi. Per capitan Da Ros, la squadra sta dando segnali di vivacità: «Certamente vincere aiuta a rinfrancare il morale, tanto più prima di una sosta. A me sembra che la squadra stia dando risposte e sta emergendo una caratteristica: a turno, ci sono protagonisti diversi. E nessuno sta a guardare troppo le statistiche. Faccio un paio di esempi: Severini contro Agrigento ha segnato 15 punti, ma a Casale ha dato un contributo importante soprattutto in difesa. Le performance positive non servono per i bilanci personali, ma per la squadra. Anche Berdini, domenica, si è preso tante responsabilità, perché Rogic era un po’ in difficoltà. Occorre essere propensi a leggere davvero, volta per volta, ciò che serve per vincere le partite. E non sono 15 punti a partita a migliorare o peggiorare una stagione».

E a Da Ros, dei punti segnati, è sempre importato relativamente: «Il sogno di ogni allenatore sarebbe quello di avere dieci giocatori in doppia cifra, ma nessuno può permetterselo. La realtà è che in una squadra servono persone che rinunciano anche a guardare i numeri persona. A me non è mai importato e posso dire, senza finta modestia, di aver giocato qualche finale in più di altri compagni: io penso sempre di squadra, contento di fare le cose che servono. Se poi qualcuno vuol dire che sono bollito, lo dica pure: mi sento sempre un professionista molto serio».

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