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Lunedì 06 Febbraio 2012
Dante patriota a Milano
Un mito da conoscere
Al museo Poldi Pezzoli una interessante mostra di opere che riguardano il poeta
È a Milano, infatti, che la presenza di Dante acquista, soprattutto nel decennio di preparazione all'Unità, un sapore nuovo, tanto più rilevante in considerazione del fatto che sembra essere determinato dagli eventi intervenuti all'indomani del fallimento dell'insurrezione del '48, grazie a una conversione in direzione di un valore come l'arte e la cultura, denso di implicita portata simbolica: un investimento che si traduce nella vetrata di Giuseppe Bertini "Il trionfo di Dante", in due differenti versioni, destinata la prima all'Esposizione Universale di Londra del '51 la seconda realizzata tra il '53 e il '55 per il Gabinetto dantesco voluto dal giovane nobiluomo Gian Giacomo Poldi Pezzoli per la sua casa-museo, che assieme al busto di Dante dello scultore patriota Vincenzo Vela (1860) e al gruppo "Beatrice che consola Dante della profezia dell'esilio", risalente al 1807-10, di Gian Battista Comolli (creato per i Giardini di Palazzo Melzi di Milano, ma oggi nel parco di Villa Melzi, a Bellagio, ispiratore della celebre "Sonata a Dante" di Franz Liszt), costituiscono alcune delle testimonianze più significative dell'iconografia ottocentesca del Poeta in terra lombarda. Un campionario che annovera anche altre perle: dall'"Incontro di Dante e frate Ilario" dello stesso Bertini (1845), a "Pia de' Tolomei" di Eliseo Sala (1846), alla "Porta della casa degli Alighieri" (1859) e "Sordello e Cunizza" (1864) di Federico Faruffini.
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