Como e Provincia / Cantù - Mariano
Martedì 04 Giugno 2013
Delizia di primavera
Nei boschi di Cantù
un fungo che vale oro
Il meteo ha favorito la crescita della morchella
Specie tipica della zona, vale 600 euro al chilo
«Io ne ho trovati tre etti, è una prelibatezza»
La magia è trovare banconote da cento euro spuntare nei boschi di Cantù, ai piedi degli alberi.
E siccome ci sono funghi per tutte le stagioni pure in brughiera, e gli alberi tra Cascina Amata e Mirabello non fanno eccezione, sono spuntati copiosi (complice anche l’umidità record) diversi esemplari di morchella esculenta.
«Adesso c’è stato il periodo delle morchelle - racconta Silvano Ghidelli, presidente del gruppo micologico Cantù-Como - è stata un’annata molto propizia. La morchella è un fungo prelibatissimo molto costoso. Viene persino importata dai ristoratori. Secca, vale qualcosa come tra i 500 e i 600 euro al chilo. Io, personalmente, ne ho raccolto tre etti. Quello della morchella è stato un periodo breve, da metà aprile a metà maggio, molto interessante per chi cercava tra i boschi di frassino e di olmo».
Purtroppo non sono sempre buone notizie. «Andar per funghi è diventata una moda, il problema è che non tutti sono rispettosi del bosco - dice Ghidelli - ho trovato una signora che stava usando un rastrello per cercare i funghi. E le ho parlato. “Signora, forse quest’anno troverà anche tre funghi in più, ma l’anno prossimo stia pur certa che non ne troverà più”. Mi ha detto che lei faceva un po’ quello che pareva. Penso che le istituzioni debbano rendere obbligatorio un patentino per chi cerca funghi. E punire chi non si attiene alle regole».
Occhio ai pericoliI pericoli sono diversi. Anche nei boschi locali. «C’è la pessima abitudine, anche dalle nostre parti - riferisce il presidente - di andare a funghi da soli. Un malore o una semplice caviglia slogata possono essere un problema molto serio. Ricordarsi anche che non è impossibile perdersi nei boschi dietro Cantù».
Ogni anno sono una sessantina le persone che decidono di frequentare il corso per conoscere i funghi. «Non solo per mangiarli ma anche per conoscere la natura - precisa il presidente - il nostro intento è rendere accessibile la materia».
Le insidie dei chiodiniDopo il raccolto, vietato credersi dei sapientoni. «Attenzione ai chiodini, causa del 50% delle intossicazioni in Lombardia: vanno bolliti per mezz’ora e dopo l’acqua deve essere cambiata. Meglio non affidarsi agli esperti fai-da-te - dice il presidente - l’unico ente in materia che può esprimersi o meno sulla tossicità è l’Asl. Anche noi comunque conosciamo bene i funghi. Non ho sentito di nostri soci o amici dei nostri soci rimasti vittime di intossicazioni. E basta con le credenze popolari: il prezzemolo ingiallito o la chiave che diventa scura».
Intanto, i boschi stanno cambiando. «Rispetto a trent’anni fa la salute della brughiera è peggiorata - conclude Ghidelli - i porcini, per l’alta frequentazione, si sono decimati. E’ più facile trovare discariche abusive». C.Gal.
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