Ancora una volta, sulla finestra del mondo, per Natale, Dio si ripresenta, si rimette in cammino per venire incontro all’umanità, assetata d’amore. Egli solo può riscaldare il nostro cuore e rispondere alle nostre attese profonde.
Dio bussa nuovamente alla porta del cuore: il nostro.
Non si stanca di cercarci, né di attendere. È paziente il nostro Dio: ci cerca più di quanto noi lo attendiamo.
Gli apriremo, finalmente, questa volta?
Dio ritorna nel mondo con discrezione, senza far rumore, perché questo è il suo stile, si presenta attraverso la semplicità e la fragilità di un Bambino: è il dono più grande che Egli offre all’umanità.
Il Figlio di Dio entra così nel mondo come luce che illumina le nostre oscurità, agisce con la debolezza dell’amore, con la forza umile della tenerezza: in una modalità tanto diversa dalle mode dei potenti, che affascinano con il luccichìo delle loro promesse altisonanti, che puntualmente evaporano come neve al sole.
A Natale, Dio Padre ci invia di nuovo un Bambino, ci dona il Figlio, nato dalla Vergine Maria, perché noi, feriti d’amore, possiamo finalmente sperimentare l’amore. Senza amore non si vive, non si cresce, senza il nostro amore non permettiamo nemmeno agli altri di vivere e di crescere.
Lasciamoci, allora, riempire il cuore dal sovrabbondante amore divino con cui colmare le vite dei nostri fratelli, assetati, come noi, di tenerezza, di consolazione, di amicizia e di misericordia.
Rigenerati dall’incontro con il Bambino di Betlemme, pur sempre nella nostra condizione di debolezza, saremo capaci di guardare oltre e vivere diversamente.
Natale è l’occasione per “dare il via” a gesti di novità evangelica, che possono poi proseguire nei giorni feriali.
Vi invito, perciò, a sprigionare in voi la multiforme “fantasia della carità”, che sa inventare segni concreti rivolti ai più piccoli, ai più soli e abbandonati, diventando così testimoni di quella vita nuova che il Figlio di Dio ha iniziato con la sua presenza in mezzo a noi. Mi permetto di offrirvi solo un esempio: invitate a casa vostra un persona sola per il pranzo di Natale per far sbocciare un’amicizia che poi si tradurrà in gesti di attenzione nei giorni e nei mesi che verranno.
L’umanità attende dai cristiani gesti nuovi (e coraggiosi!) per rendere concreta, visibile e palpabile la bontà di Dio. Egli ha bisogno di noi per rendersi presente nel mondo. È il nostro contributo per rendere più bella la vita di tutti e contribuire a generare una “città affidabile”, restituendo così dignità e speranza.
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