Discoteca abusiva a Cantù
Una madre: «Credevo fosse una festa»

Il racconto della serata di sabato svela altri dettagli del party: «Mia figlia, 14 anni, mi disse che c’erano compagni di classe»

«Era la prima volta che usciva di sera. E forse per un po’ sarà anche l’ultima. A mia figlia, 14 anni, hanno fatto l’etilometro. Sinceramente, io e altre mamme ci siamo rimaste male. Non per i controlli, ma per quello che è successo: pensavamo che fosse soltanto una festa di compleanno con i compagni di scuola. Invece si è rivelata una situazione da locale abusivo».

A parlare è una mamma di 42 anni, residente a Mirabello, la cui figlia frequenta l’istituto tecnico commerciale Jean Monnet. C’era anche lei tra i 165 minorenni scoperti sette giorni fa, sabato scorso, all’interno della ex stireria di via Cesare Cantù.

La mamma aggiunge alcuni particolari riferiti dalla figlia. «Mia figlia mi ha detto si trattava di una festa con i compagni di classe - dice - C’era il giro di diversi ragazzi di Cantù e, per la scuola, anche qualcuno di Mariano e Cabiate. Mi ha detto che servivano 5 euro per pagare la corrente. Sono gli unici soldi che le ho dato. Le avrei dato anche di più: immaginavo che la coca cola, almeno, fosse compresa. Invece ho poi scoperto che non avrebbe potuto nemmeno bere. Perché per bere anche soltanto le bibite, servivano altri 5 euro. Io e le altre mamme un po’ ci siamo scandalizzate».

Ma nel menù della festa c’erano anche birre e rum. Anche la ragazza, come tutti i 44 under 16 presenti, è stata sottoposta all’alcoltest. Ed è risultata negativa, a differenza di altri sei giovanissimi, qualcuno con valori tripli rispetto al limite consentito per guidare un’auto. «Si è un po’ impaurita, anche se poi nei giorni successivi sulla storia dell’etilometro ci ha scherzato sopra - continua la mamma - quando mi ha telefonato per dirmi che stavano facendo i controlli, le ho detto che sarei andata subito a prenderla. “Sì mamma, ma stai tranquilla che è tutto sotto controllo”».

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