Cronaca / Cantù - Mariano
Martedì 20 Novembre 2018
Discoteche e coltelli, i gestori comaschi
«Tante teste calde, difficile isolarle»
Viaggio tra i titolari dei locali dopo l’aggressione con feriti di domenica. C’è chi chiude prima quando teme che la situazione degeneri e chi rafforza la sicurezza
Como
Uno spintone in discoteca, il canonico «vieni fuori se hai il coraggio», una rissa finita a coltellate. Succede al Jet Club di Cermenate, dove sabato sera due ragazzi minorenni hanno terminato la loro notte brava con un trasferimento al carcere Beccaria, mentre un altro finiva d’urgenza all’Ospedale Sant’Anna assieme a un giovane di vent’anni con ferite al torace e all’addome.
L’aggressione, già rimbalzata sui tabloid, stimola un dibattito su minorenni, alcool e sicurezza nei locali. «Episodi di goliardia o violenza nelle discoteche non sono certo un fenomeno nuovo», commenta Mauro Rimoldi, proprietario del bar Pura Vida. «Noi non facciamo testo perché quest’estate ci siamo avvalsi del presidio fisso ai giardini dei Carabinieri e della Guardia della Finanza, dall’una di pomeriggio all’una di notte», continua, «sicuramente però locali più lontani dal centro e mancanti di questo tipo di sostegno incappano in problemi maggiori». Nel mentre, su Facebook imperano i commenti, dal classico «io a quell’età giocavo alla Playstation e me ne andavo a dormire alle 22» ai più accusatori «ormai i gestori pensano solo ad arricchirsi». Su questo punto, i gestori in questione, quelli del Jet, ne hanno, da dire: «Facciamo una selezione rigida all’ingresso per assicurare una serata di divertimento sano a tutti», commentano, «non sempre è possibile capire al primo sguardo chi creerà problemi, ma anche in questo caso l’incidente ha avuto luogo fuori dal nostro locale, lontano dagli occhi della vigilanza».
In generale, secondo il loro parere, rispetto anche solo a pochi anni fa la violenza nei locali è diminuita. Andrea Grieci, proprietario di Est est est, dissente: «Fortunatamente non ho mai dovuto gestire problematiche di quest’entità, ma mi è capitato spesso di dover chiudere in anticipo per prevenire il degenerare di un clima teso - racconta -. Penso che per fattori educativi i giovani stiano diventando sempre più ingestibili, si avvicinano prima a sigarette e alcolici, vogliono diventare grandi subito e lo fanno nel modo più sbagliato».
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