Disoccupati silenziosi
Più di duemila a Como

Si tratta di chi ha perso il lavoro in aziende sotto i 15 dipendenti e che, messi in mobilità, perdono tutele

Guardano alla Regione Lombardia e alla dote come all’unico appiglio per ottenere qualche contributo Sono i disoccupati silenziosi che finiscono nella lista di disoccupazione 236 che, al contrario dei lavoratori delle imprese più grandi, non prendono il sussidio di mobilità esteso a tre anni per gli over 50 e, in caso di riassunzione, non portano con sé l’incentivo per i nuovi datori di lavoro come invece accade per gli iscritti alla lista di “serie A”, la 223.

La dote regionale, rifinanziata a inizio ottobre con uno stanziamento di 48,6 milioni di euro, ha aperto la presentazione delle domande dal 21 ottobre scorso. A farne richiesta rivolgendosi a un operatore accreditato (l’elenco è sul sito www.doteunicalavoro.regione.lombardia.it) possono essere giovani inoccupati, disoccupati in mobilità o in deroga, occupati in cassa integrazione della Lombardia.

L’operatore ha il compito di accogliere le persone, verificare i requisiti per l’accesso e proporre un piano di intervento personalizzato in modo del tutto gratuito per i diretti interessati.

Questa nuova edizione della dote unica lavoro segna un’innovazione rispetto al passato con l’introduzione di leve premiali che inducono gli operatori accreditati a raggiungere risultati di qualità e anche nel differenziare l’intensità dei singoli aiuti in base alla forza degli ostacoli che frenano le persone nel reinserimento.

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