Che c'entra la moschea, di cui strumentalmente hanno parlato in questi giorni i candidati alla carica di sindaco di Milano e, nel piccolo, di Malnate, con la vicenda di Sea e Malpensa? In particolare con l'annuncio di Lufhansa di abbandonare l'aeroporto milanese? Apparentemente poco o nulla. Dice Paolo Rossi, segretario generale della Fit Cisl Lombardia (sindacato trasporti): «Il comune di Milano si è finora dimostrato solo capace di chiedere soldi, ma non ha aiutato lo sviluppo dell'aeroporto. Come è possibile criticare continuamente la realizzazione di una moschea e poi sollecitare i paesi arabi a venire a Milano? Le opportunità si trovano proprio nel Medio Oriente e verso l'Asia». Dopo tanti schiamazzi, levate di scudo, urla di paura, quasi che la moschea significhi l'inizio dell'invasione islamica del terzo millennio, ecco una voce concreta e pragmatica levarsi da chi ogni giorno è a contatto con i gravi problemi dell'occupazione e dello sviluppo del nostro Paese. Dico questo soprattutto per coloro cui non bastano le parole ragionevoli di mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, secondo il quale la costruzione di una moschea risponde «al diritto fondamentale della libertà religiosa e di poter disporre di luoghi di culto». I candidati alla carico di sindaco non agitino fantasmi per lucrare elettoralmente sulle nostre istintive paure nei confronti dei diversi da noi in materia di religione e di cultura (diversi, la cui utilità però sul mercato del lavoro è sempre più essenziale); i candidati alla carica di sindaco non abbiano paura di affermare cose di buon senso.
Mariuccio Bianchi
Bisogna ricordare anche che cos'ha detto il cardinale Tettamanzi sulla ventilata zingaropoli milanese: «Una boutade. Mi piacerebbe contare tutti gli zingari che sono a Milano e tutti gli altri che sono milanesi o provengono dalle altre parti d'Italia». Come dire: è un'ipotesi che non corrisponde a realtà. Neppure il rischio islamizzazione corrisponde a realtà: Milano è già “islamizzata”, accoglie immigrati da Paesi che sono di religione diversa dalla cattolica. Accoglie e accoglierà. E' il mondo globale che va in questa direzione. E l'unica risposta sensata è integrare, aprirsi al domani, credere che ogni persona ha dentro di sé una ricchezza. Insomma: comunione e solidarietà. Tettamanzi ha subito nei giorni scorsi pesanti attacchi giornalistici, l'hanno accusato di “nota ambiguità” e di “dare un aiuto ai mangiapreti alla Pisapia”. Eppure Tettamanzi non fa altro che dar pratica alla teoria evangelica. Dove sta l'errore?
Max Lodi
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