Due binari e il treno
che porta alla meta

La meta è una sola: la vita (che va oltre la sopravvivenza) di un’economia e di ciò che le comunica la prima sferzata di energia, ovvero la cultura. Sì, la cultura, un modo di essere, di pensare, di produrre e di rispecchiarsi.

I binari sono (almeno) due: tessile e turismo. In passato se non ostili, tentati di riservare indifferenza l’uno verso l’altro.

Unirli poteva avere il sapore di un sogno. Eppure verso questo impegno spingono oggi anche gli imprenditori. Vale a dire quelli che ogni giorno con i loro staff fanno uscire dalle aziende un prodotto, dunque qualcosa di molto concreto. Ma chi fa impresa lo sa: dietro ogni oggetto, c’è un’idea che legge la realtà, la interpreta, la sfida, sa assecondare i suoi desideri e crearne di nuovi.

Sono anche loro, i comaschi che portano avanti la loro battaglia quotidiana in azienda - affascinante quando c’è da mettere a fuoco una nuova creazione, meno quando c’è da combattere contro le follie burocratiche e non solo - a usare sempre più volentieri la parola cultura. Come a credere che ci debba essere un unico treno, quello di Como, di un territorio caratterizzato da una varietà speciale, ma che per guidarlo meglio in questo periodo ci vogliano più binari.

Remo Ruffini, il presidente di Moncler, dichiara la sua fiducia nel binomio tessile-turismo. E se una persona ci crede, lo sostiene e mette in discussione alcune formule finora usate per rafforzare l’immagine della propria terra (e del lago), sprona a trovarne altre ancora. Sono gli imprenditori di entrambi i settori a condividere questa visione e a lavorarci sempre più.

Molte aziende hanno mostrato qual è la via contro la crisi, anzi le crisi: diversificare. Il territorio deve solo imitare i suoi “figli” e dimostrare di saper fare altrettanto.

Tessile (senza mettere in un angolo l’arredo, figlio di uguale creatività) e turismo, in effetti, rappresentano una coppia il cui affiatamento sta diventando protagonista nel dibattito sulla nostra economia. Ci sono quei lievissimi segnali di ripresa che si registrano in alcuni settori: il tessile è uno di questi, ma anche il turismo, e in entrambi i casi parola chiave è estero.

Le aziende riescono a stare a galla, ad avere una prospettiva di futuro grazie soprattutto agli altri mercati (anche se qualche leggero risveglio degli ordini interni si è visto nelle ultime settimane). Gli operatori alberghieri e tutto il comparto possono segnare cifre incoraggianti per la presenza crescente degli stranieri. Un elemento in comune tra due mondi che respirano lo stesso lago, lo stesso talento, le medesime sfide. E a volte i segni del destino vanno colti. C’è chi l’ha già fatto, ma serve forse far cadere la timidezza o le divisioni, a seconda dei punti di vista.

Il treno su cui devono salire per un percorso più impegnativo insieme i due settori, conduce lontano, al mondo intero che può scoprire ulteriormente Como e offrirle ulteriori prospettive per il futuro.

Il tessile anima lariana, il turismo la sua “gemella”. Con una ulteriore riflessione: quel treno porta distante, sì, ma a guardar bene la meta autentica è qui. Gli stranieri adorano il lago, come sanno apprezzare ciò che si produce sulle sue sponde. Anche Como deve rendersene conto fino in fondo e saper comunicare la coppia vincente. Prima di tutto a se stessa, per poter convincere poi chi ancora non ne è consapevole, in Italia come oltre confine. E per far vivere, non sopravvivere, la sua economia.

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