E adesso vediamo Waters
Soltanto dopo capiremo

L’infortunio di Dowdell ha improvvisamente complicato le cose in casa canturina.

L’infortunio di Dowdell, con tanto di relativa prolungata assenza non solo ha cambiato le carte in tavola, ma quello stesso tavolo l’ha letteralmente ribaltato.

E Cantù, intesa come squadra, si è ritrovata improvvisamente sbalzata dal giorno alla notte. Nei tre quarti (scarsi) in cui il play è stato in campo, la Red October ha mostrato un volto, una dimensione, una personalità e pure un suo perché (e ciò nonostante i colpevoli ritardi con la quale è stata confezionata e i conseguenti tempi ristretti - un eufemismo - per mettersi assieme).

Il perché di una squadra di sistema fortissimamente voluta da coach Kurtinaitis all’interno della quale non si può tuttavia prescindere da un playmaker di assoluto spessore. Qual è appunto Dowdell.

Senza di lui, nei cinque quarti successivi dunque, la Red October non ha più mostrato alcuna fisionomia, alterando i propri lineamenti. Perché i cambi di Dowdell - Kariniauskas in primis e Laganà a ruota - tali appunto sono. Non alternative, ma in origine soluzioni tampone. Limitate a qualche minuto ciascuno di apparizione in quel ruolo. E non certo da 28 minuti sul parquet come accaduto con il giovane lituano a Montichiari.

Perché Kariniauskas - 23 anni ancora da compiere - in prospettiva può essere buono ma oggi denuncia tutti i suoi limiti. Innanzitutto, non riuscendo a creare vantaggi per i compagni (i quali un tiro non se lo sanno costruire). Peculiarità, quest’ultima, di Dowdell.

L’interrogativo che ci si pone è dunque se Waters riuscirà a fare il Dowdell. Se saprà mettere in ritmo gli altri quattro con i quali si ritroverà a fianco. Mettersi in proprio non è certo quello che Kurtinaitis esigerà prioritariamente dal nuovo playmaker biancoblù. Perché anzitutto c’è da far giocare e girare la squadra. Circostanza che contro Brescia non si è palesata. 

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