La Ticosa, le paratie, le grandi opere infrastrutturali per togliere le auto dal centro città. Si parla sempre – è inevitabile – della città che non si muove, della politica che non decide. Non è una rappresentazione falsa della realtà, parziale sì però perché Como è anche altro e vale la pena ogni tanto sottolinearlo.
Sì, forse ha ragione quel nostro concittadino di origini napoletane che in una lettera (è a pagina 17) sui sacchi della spazzatura per le strade, prende in giro i comaschi, refrattari alle regole per la differenziata. Ma Como tanto sembra poco
incline a cambiare piccole abitudini domestiche, quanto poi si dimostra sensibile, moderna, davvero europea in altri campi. Nei prossimi giorni, per un curioso gioco del destino, andranno a incastrarsi una serie di tasselli che, nel loro insieme, raccontano di una città con uno straordinario patrimonio di eccellenze riconosciuto a livello mondiale.
L’Huffington Post racconta che il nostro è il lago più bello del mondo, il primato in classifica inorgoglisce ma l’importanza è relativa. La vera nostra ricchezza sta, ad esempio, nella possibilità, unica, di portare uno dei più grandi architetti a livello internazionale, Daniel Libeskind, a incontrare i cittadini nell’atrio della Casa del fascio.
La nostra ricchezza sta in Villa Olmo, rilanciata ma solo in parte dalla tradizione delle grandi mostre e che ora, grazie alle risorse della Fondazione Cariplo, può trasformarsi in un gioiello a disposizione dei comaschi, che in larga parte oggi la conoscono poco, e dei turisti. E ancora, la nostra ricchezza sta nella vitalità e nella capacità di crescere rinnovandosi che sta dimostrando una fiera come Orticolario. L’idea di “invadere” le piazze cittadine con la straordinaria bellezza che negli ultimi anni abbiamo conosciuto a Villa Erba, conferma la lungimiranza dei promotori ma anche le potenzialità di un settore che nei fatti sta diventando uno dei driver di un sistema economico locale in fase di trasformazione.
E ricchezza sono alcune assolute eccellenze nel settore dell’innovazione tecnologica e del sapere. La notizia della start up CoeLux alla Biennale di Venezia non matura qui per caso. Si tratta, certo, di un percorso unico, maturato però in un contesto dove alta formazione (le nostre università) e istituzioni locali hanno costruito un network che funziona e dà risultati concreti. Si è a lungo parlato del campus universitario a San Martino, quasi che alcuni mesi fa sia passato l’ultimo treno per far crescere ricerca e formazione superiore nella nostra città. Ma che errore enfatizzare quella scadenza e distrarsi lì dove, davvero, si misura l’importanza dell’università anche in una piccola realtà di provincia qual è la nostra. In questi giorni è a Como Alain Connes, uno dei massimi studiosi di matematica a livello mondiale. Non è qui in villeggiatura ma sta tenendo un corso a una selezionata platea di ricercatori provenienti da tutta Italia e dall’estero. E’ un caso? No, è frutto dell’esistenza, a Como, di una realtà unica perlomeno a livello nazionale e cioè il Centro di cultura scientifica Alessandro Volta, un piccolo tesoro cittadino, capace di fare veri miracoli considerato il budget di cui dispone. Como ha tanto da fare e ha molti problemi da risolvere (tra gli altri quello di imparare a fare la raccolta dei rifiuti) ma ha anche grandi eccellenze. Ed è da loro che bisogna ripartire.
© RIPRODUZIONE RISERVATA