Ci spiega tutto l'ing. Paolo Sirtoli, dipendente di Alenia Aermacchi, che - dopo averci svelato il mistero di Comun Nuovo - ci ha inviato questa guida.
QUELLE STRANE LUCI NEL CIELO
In cielo 8.000 satelliti
Se alziamo gli occhi al cielo in una notte serena ci accorgiamo che, di tanto in tanto, alcune delle luci che a prima vista sembrano stelle, in realtà si muovono. Quasi sempre si tratta di aerei, che si riconoscono dal caratteristico lampeggio delle luci di navigazione.
Altre volte però il fenomeno è tanto appariscente da far pensare ad un Ufo, come è capitato a Comun Nuovo il mese scorso. In quel caso, invece, si trattava del lampo di luce solare riflesso sulla Terra da un satellite per telecomunicazioni.
Ormai anche lo spazio è trafficato e alcuni degli oltre 8.000 satelliti in orbita entrano a far parte degli oggetti celesti che gli appassionati del genere amano osservare e fotografare.
Il satellite artificiale più splendente è la Stazione Spaziale Internazionale (Iss), che ha raggiunto dimensioni di tutto rispetto: si estende ormai su un'area delle dimensioni di un campo da calcio.
È l'avamposto dell'umanità nello spazio da quando il suo glorioso predecessore, la stazione russa Mir, è stata fatta rientrare in atmosfera nel 2001 dopo 15 anni di onorato servizio. Da quando è iniziata la costruzione della Iss, nel 1998, navette russe, americane, giapponesi ed europee hanno fatto la spola per trasportare rifornimenti, materiali e astronauti di 15 nazionalità diverse.
Come osservarla
Osservarla è facilissimo perché è un punto estremamente luminoso che attraversa il cielo con lentezza maestosa. A volte lentamente si arrossa e si spegne perché entra nell'ombra della Terra: da lassù gli astronauti si godono la visione del nostro paese durante un bellissimo tramonto spaziale!
Per noi italiani osservare la Iss in questo periodo è fonte di ulteriore orgoglio perché dal 15 dicembre scorso uno degli astronauti a bordo è il milanese Paolo Nespoli, che rimarrà a bordo per ben sei mesi. Quando la Iss sorvola l'Europa è possibile parlare con lui mediante una attrezzatura da radioamatore ed infatti sono numerosi i contatti stabiliti da scuole e centri culturali.
Potremo osservare la stazione spaziale domenica 1 maggio, quando effettuerà un passaggio spettacolare, arrivando quasi fin sopra le nostre teste. Sorgerà dall'orizzonte nord-ovest alle 21,47 e culminerà tre minuti dopo, andando poi a scomparire in direzione sud-est. È comunque superfluo dare indicazioni perché è talmente luminosa che basta trovarsi in campo aperto all'ora giusta: sarà inconfondibile.
I fotografi potranno scattare un ritratto del passaggio usando un tempo di posa di almeno trenta secondi, in modo da evidenziare la traccia luminosa. Sarà necessario un grandangolo e non guasterà una inquadratura suggestiva, magari con qualche elemento del paesaggio.
Quando passerà sopra le nostre teste, la stazione spaziale si troverà alla distanza di soli 360 kilometri, quanto la distanza tra Bergamo e Trieste. Dopotutto lo spazio è vicino.
I flash luminosi
Come detto in apertura, alcuni satelliti per telecomunicazioni, quelli della serie Iridium, hanno pannelli solari talmente riflettenti che durante i loro passaggi mostrano un flash luminoso della durata di una trentina di secondi. Sono fenomeni brevi ma molto più luminosi della stessa stazione spaziale.
Il bellissimo sito internet Heavens Above è in grado di fornire le previsioni dei passaggi dei satelliti artificiali. Il lampo di luce degli Iridium però è talmente concentrato in una direzione che risulta visibile solo entro pochi chilometri dall'osservatore. Per questo motivo nel sito occorre specificare con grande accuratezza la propria posizione.
Per chiudere, segnaliamo un altro fenomeno, stavolta naturale, che può allarmare gli osservatori del cielo, nelle rarissime occasioni in cui si rende visibile. Stiamo parlando delle aurore boreali, scie luminose colorate, che sono causate dall'arrivo sulla Terra di particelle emesse dal Sole nel corso di temepeste magnetiche.
Di solito le aurore sono visibili nelle regioni attorno ai poli, dove danno spettacolo con drappi luminosi verdi o fiammeggianti sopra paesaggi innevati. Se però il Sole si trova nella fase di massima attività, si possono verificare delle tempeste magnetiche talmente intense che scatenano aurore visibili anche dalle nostre latitudini.
A Bergamo l'ultima osservazione si è registrata il 15 luglio del 2000: verso mezzanotte l'orizzonte nord si è acceso di una luce color porpora, durata una decina di minuti. Il prossimo picco dell'attività solare è previsto per il 2013: stiamo pronti».
Paolo Sirtoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA