Esplosi nel 2008, quando con i brani di “I soldi sono finiti” salivano sul palco vestiti da Napoleone, l'anno passato si sono guadagnati la segnalazione come “album rivelazione rock” su iTunes. E hanno fatto palestra con un gran numero di concerti in giro per l'Italia. Rock, voce, chitarra, batteria, contatto tra palco e pubblico, ancora rock: oltre a Dragogna (voce e chitarra), Davide Autelitano (voce e basso) e Michele Esposito (batteria).
«La cosa che contraddistingue i concerti ministrici – racconta Dragogna – è che sono un momento molto felice: all'inizio creavamo movimento solo noi sul palco, ora chi viene a vederci canta dall'inizio alla fine, si muove, balla, salta. E la sensazione continua anche una volta finito il concerto. Poi si sta creando una comunità che unisce i fan di diverse regioni: entrano in contatto tra di loro, si conoscono, si ospitano nelle trasferte per i concerti. La nostra musica è diventata anche la scusa per organizzarsi e viaggiare. Non possiamo che esserne contenti».
Una musica che dal vivo è potente. E trasporta riflessioni che prendono spunto dall'attualità, dai dubbi che riguardano un'intera generazione per lasciare spazio a uno spiraglio di ottimismo. «È sicuramente la visione finale. Il messaggio che abbiamo colto ascoltando le storie di chi abbiamo conosciuto in giro per l'Italia è che abbiamo possibilità di azione e ci possiamo affermare come generazione, evitando i piagnistei e le scuse».
Il messaggio arriva dritto a un pubblico di universitari. «Possiamo identificarlo nella fascia d'età che sta tra i 18 e i 25 anni, ma abbiamo notato che quando andiamo a suonare in posti ben serviti dai mezzi pubblici arrivano orde di ragazzini più giovani, quelli senza patente, che durante i concerti schizzano come palline di gomma e non stanno fermi un momento. Però ci ascoltano anche i trentenni, che ritrovano con noi la scintilla del rock dal vivo, e tante ragazze».
E Sanremo e la scena musicale italiana? «Siamo molto vicini, anche per amicizia, a nomi come Dente, Le luci della centale elettrica, Zen Circus: sono molto belli gli incontri coi furgoni quando siamo in giro per concerti. C'è rispetto nei confronti dei Verdena con cui, da quando loro sono tornati sulle scene, stiamo incrociando spesso i palchi (e saranno anche al Bloom il 31 marzo in una data già sold out, ndr). Mentre di Sanremo che dire? Eravamo in concerto in Sicilia e ne abbiamo visto solo pochi minuti nella serata dedicata ai 150 anni dell'unità d'Italia: mi ricorda una famiglia spaccata al suo interno che si ritrova il giorno di Natale e necessariamente deve cercare l'armonia. C'è da osservare che almeno, dopo tre anni, non ha vinto un prodotto da reality show».
Visto che le giacche di Napoleone sono state tagliate in mille pezzi e regalate ai fan, cosa indossate adesso? «Giacche da parata dei marines americani, scure coi bordi rossi. La signora cinese della lavanderia dove porto la mia a lavare è convinta che io sia un carabiniere. Ma quella è la nostra arma segreta: indossiamo la giacca e sappiamo che inizia il concerto».
Giovedì 24 febbraio, alle 22.30 al Bloom di Mezzago (le porte aprono alle 22). La serata sarà aperta dai Nice, gruppo di Carate Brianza vincitore del concorso “Cercasi Portaborse” organizzato in gennaio dall'Arci Acropolis di Vimercate. Chiude il dj set di Davide Facchini da Radio Popolare. Ingresso 10 euro.
Chiara Pederzoli
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