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Martedì 20 Gennaio 2009
Eluana, la Regione Piemonte pronta
ad accoglierla nelle sue strutture
Dopo il no di Udine si fa avanti ora la Regione Piemonte. Attraverso il suo presidente Mercedes Bresso, l'annuncio della disponibilità ad accoglire la giovane lecchese nelle sue strutture per l'ultimo viaggio. Il padre: grazie, Bresso. Durissime la Chiesa piemontese: sarebbe eutanasia.
Questo perchè la presidente Bresso, oggi da Bruxelles ha manifestato la sua disponibilità ad ospitare in una struttura sanitaria pubblica la giovane donna, divenuta ormai in Italia un simbolo per chi lotta contro il mantenimento forzato in vita dei malati senza speranza di migliorare la propria esistenza.
«A noi non è stato chiesto niente e non ci offriamo - ha detto Bresso - però se ci viene richiesto per noi non ci sono problemi. Se ce lo chiedono, noi siamo disposti. Ovviamente in strutture pubbliche - ha aggiunto - perchè quelle private sono sotto scacco del ministro». D'altronde parole analoghe la presidente le aveva già pronunciate in novembre, in un incontro pubblico a Cuneo. Allora come oggi la Bresso sostiene di voler rispettare la sentenza della Corte d'Appello di Milano che l'anno scorso ha dato l'autorizzazione a sospendere l'alimentazione e l'idratazione.
Posizione, quella della Bresso, che allora come oggi, ha già suscitato in Regione, consensi accorati, come potenti critiche.
«Garantire l'alimentazione e l'idratazione ad una persona malata anche in condizioni particolarmente gravi come nel caso di Eluana Englaro - ha spiegato l'Arcivescovo di Torino, cardinale Severino Poletto - non significa fare accanimento terapeutico perchè non si tratta di cure mediche, ma semplicemente di dare cibo e bevande ad una persona perchè possa vivere. Se Eluana Englaro venisse accolta in una qualunque struttura sanitaria piemontese al fine di toglierle l'alimentazione e l'idratazione, questo sarebbe un chiaro intervento di eutanasia».
D'altronde la vicenda Englaro, pur così umana, sofferta e intima, non riesce a smarcarsi dalla politica che ne ha fatto un terreno di battaglia specifica. Se in novembre il vicepresidente del Pdl alla Camera, Osvaldo Napoli, aveva definito l' apertura della Bresso «un'oggettiva forzatura sul piano giuridico e sul piano politico» e anche «un federalismo funebre», oggi il coordinatore piemontese di Fi-Pdl, Enzo Ghigo, ha definito la disponibilità della Bresso l' «ennesima e scandalosa strumentalizzazione da parte di una regione governata dalla sinistra che così cerca di trasgredire agli indirizzi che il ministro della Sanità ha correttamente espresso».
Si sono invece subito detti molto soddisfatti per le dichiarazioni della Bresso i radicali attraverso il loro esponente più rappresentativo di questa campagna, il ginecologo dell'ospedale Sant'Anna, Silvio Viale, «un presidente di Regione deve dire semplicemente che la regione non interferirà in quella che è una sentenza della magistratura», e il Pdci attraverso il consigliere regionale, Vincenzo Chieppa: «Bresso mostra sensibilità umana e rilevante coraggio politico, pur prevedendo che tale disponibilità verrà strumentalizzata e fatta oggetto di attacchi politici dall'opposizione e dalla parte più reazionaria delle gerarchie ecclesiastiche».
Dal canto suo Beppino Englaro, il papà di Eluana, ha ringraziato la Bresso per «le sue parole limpide e precise».
Ringraziamento raccolto dalla stessa Bresso: «È nostro dovere stargli vicino. La tragica storia di Eluana è una questione non più sopportabile in un paese civile. C'è stata una lunga battaglia giuridica e sono stati calpestati i diritti di un padre che, dopo aver sofferto per 16 anni, si vede sballottato da un'interdizione all'altra. Ciascuno è libero di avere un'opinione etica o religiosa su qualsiasi argomento, ma esiste pur sempre un'etica civile e laica che impone il rispetto delle persone alla quale desidero attenermi, fermo restando che spetta alla famiglia decidere».
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