Erba, in coda all’ospedale
per prenotare esami
«No, non fatelo più»
Tanta gente all’ingresso del Fatebenefratelli. E una donna affetta dal Covid racconta la sua esperienza: «Ero protetta, ma ho dovuto restare mezz’ora in fila»
«Il premier Giuseppe Conte non ha dato alcun via libera, è meglio che le persone restino a casa. Almeno fino al 4 maggio, e possibilmente anche dopo, all’ospedale Sacra Famiglia bisogna venire solo per casi di estrema necessità: per tutto il resto basta telefonare».
Il chiarimento arriva dalla Provincia Lombardo-Veneta del Fatebenefratelli, dopo che lunedì mattina una paziente erbese affetta da Covid-19 si è ritrovata a fare la coda per mezz’ora davanti all’ingresso dell’ospedale insieme a persone che non avevano alcun motivo urgente per essere lì.
Una situazione surreale che la donna ha raccontato a “La Provincia”, presentandosi con nome e cognome ma chiedendo di mantenere un certo riserbo alla luce delle sue condizioni di salute. «Abito a Erba e sono positiva al Covid-19 - racconta - la patologia è stata certificata con un tampone. Nei giorni scorsi il mio medico di base mi ha prescritto una tac ai polmoni e ho preso appuntamento all’ospedale per lunedì mattina: sono uscita con tutte le precauzioni e le documentazioni del caso, anche perché sono “schedata” e posso uscire solo per effettuare esami».
Arrivata in via Fatebenefratelli, la donna ha trovato un unico ingresso aperto: è la vecchia portineria trasformata nell’area pre-triage, quella in cui i pazienti sospetti Covid vengono immediatamente smistati nell’area a loro dedicata. «Il punto - dice - è che quello era l’unico ingresso e c’era molta gente. Ho fatto presente al personale che sono Covid positiva e che dovevo fare una tac, ma mi hanno comunque fatto fare la coda insieme agli altri».
Quella promiscuità, chiarisce la Provincia Lombardo-Veneta del Fatebenefratelli, non è normale. «Da quando è scattata l’emergenza coronavirus - ricordano - l’ospedale è stato rivoluzionato e c’è un’area in cui vengono smistati i pazienti in arrivo. Per settimane non c’è stata alcuna coda: gli accessi in pronto soccorso per casi non Covid sono crollati e tutte le prestazioni tradizionali sono sospese. Lunedì mattina, in effetti, c’è stato un afflusso di persone ingiustificabile che ha colpito anche noi».
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