Erba: «Così volevano truffarmi
con la scusa dello specchietto»
Il ragionier Porta seguito in via Battisti: «Pretendevano che mi fermassi e invece ho chiamato i carabinieri»
«Ho sentito un colpo, improvvisamente un’automobile ha iniziato a seguirmi. A bordo c’erano due persone, facevano ampi gesti per farmi fermare. Ma quando sono arrivato davanti al mio ufficio si sono dileguati».
Questa volta la truffa dello specchietto rotto non è andato a buon fine: il ragionier Angelo Porta, vittima del tentato raggiro, ha avuto la prontezza di non fermarsi a bordo strada e ha segnalato immediatamente l’accaduto alle forze dell’ordine.
A raccontare l’accaduto è lo stesso Porta, titolare di uno studio contabile e membro dell’associazione Cuore in Erba. «Poco prima delle 10 stavo percorrendo in auto via Battisti, in pieno centro, quando ho sentito un colpo: non so se fosse un sasso o altro, ma sono certo di non aver toccato alcun veicolo. Improvvisamente un’utilitaria con due persone a bordo ha iniziato a seguirmi: facevano gli abbaglianti e ampi gesti per chiedermi di fermarmi».
Il classico copione dello specchietto rotto: i truffatori ti convincono di aver urtato il loro specchietto e chiedono dei soldi per sistemare tutto, senza tirare in ballo le assicurazioni. «Con me ci avevano provato due anni fa, ormai conosco il trucco. Ho proseguito imperterrito fino al mio ufficio, a quel punto quando sono sceso dall’auto e ho fatto per avvicinarmi a loro si sono dileguati».
La macchina dei truffatori era probabilmente una Volkswagen Golf o una Ford Fiesta, a bordo c’erano un uomo e una donna di costituzione robusta.
«Non sono riuscito a prendere la targa - conclude Porta - ma ho fornito questa descrizione ai carabinieri e alla polizia locale». Episodi simili sono stati segnalati più volte in diversi punti della città.
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