Erba Covid, posti esauriti in ospedale
La colonna di ambulanze in attesa
Reparto al completo con 72 ricoverati. Positivo il 13,3 per cento dei 5.500 tamponi di ottobre. Contagiato anche il sindaco di Alserio
Il Fatebenefratelli ha esaurito i posti nell’area Covid-19. Il padiglione A dell’ospedale conta ora 72 ricoverati, di cui cinque in terapia intensiva: nel primo pomeriggio di mercoledì 4 novembre, davanti all’ingresso del pronto soccorso, c’era una fila di ambulanze in attesa di indicazioni dal 118 per trasferire altrove i pazienti che non hanno trovato posto a Erba. Una situazione che richiama alla memoria i giorni più difficili della scorsa primavera. Mai come in questo caso, un’immagine rende meglio delle parole la gravità della seconda ondata di Covid-19. La fotografia è stata scattata nel primo pomeriggio nel parco dell’ospedale di Erba: si vede una fila di ambulanze, parcheggiate ordinatamente l’una dietro l’altra, in attesa di indicazioni. Il Fatebenefratelli è al completo, i pazienti sui mezzi vanno trasferiti in altri ospedali del territorio. «Mercoledì mattina - fanno sapere dalla direzione sanitaria dell’ospedale - è stata raggiunta la capacità massima dell’area Covid-19, allestita nel padiglione A della struttura. Siamo arrivati a 72 ricoveri, di cui cinque in terapia intensiva: è la capacità massima per le nostre possibilità, non riusciamo a ricoverare altre persone colpite dal coronavirus».Così si spiega anche la fila delle ambulanze. «Una volta raggiunta la capacità massima della nostra struttura, abbiamo immediatamente avvertito il 118 ma intanto sono arrivati altri mezzi. Gli autisti delle ambulanze sono rimasti in attesa di indicazioni da parte dello stesso 118 per portare i pazienti altrove, verso altre strutture con posti liberi». Nei giorni in cui tanti mettono in dubbio la reale entità della seconda ondata di Covid-19, arrivando a chiedersi se i pronto soccorso siano davvero pieni, da Erba arriva una risposta chiara: la struttura sanitaria di riferimento per il territorio si sta avvicinando a grandi passi ai livelli di marzo e aprile, quando l’ospedale si trasformò in un campo di battaglia contro il virus.
Un’ulteriore prova sta nei numeri. Con il passare dei mesi, l’ospedale e in particolare il laboratorio hanno incrementato moltissimo la capacità di analisi dei tamponi: «Da marzo abbiamo effettuato 19mila tamponi - fa sapere la direzione - e di questi 5.500 nel solo mese di ottobre. Proprio ad ottobre, su quei 5.500 tamponi la percentuale dei positivi è stata pari al 13,3 per cento». Nel corso dell’estate, per dare un’idea della seconda ondata che monta, la percentuale dei positivi era intorno all’uno per cento. Non siamo ancora ai livelli di aprile, quando la percentuale dei tamponi positivi arrivò al 28 per cento, ma va anche detto che un paragone di questo tipo lascia il tempo che trova: in primavera venivano effettuati molti meno test (2.700 ad aprile contro i 5.500 di ottobre) e solo a persone sintomatiche, spesso già ricoverate. E intanto anche il sindaco di Alserio, Stefano Colzani, è in quarantena dopo essere risultato positivo al tampone al quale si è sottoposto a seguito di alcuni sintomi sospetti ma indicativi. «Prima qualche linea di febbre, poi un senso di spossatezza e infine la perdita dell’olfatto mi hanno fatto capire di avere un problema».
© RIPRODUZIONE RISERVATA