Società e Costume
Mercoledì 06 Ottobre 2010
Fa la cavia umana in Svizzera
per riuscire a sbarcare il lunario
Dal 2006 un trentaquattrenne potentino trascorre quindici o venti giorni l'anno in una clinica svizzera a ingurgitare pillole e sciroppi o a provare unguenti. La "paga" è ottima, ma non è un lavoro per tutti
Dal 2006 il 34enne trascorre quindici o venti giorni l'anno in una clinica svizzera a ingurgitare pillole e sciroppi o provare unguenti. Tra un test e l'altro trova anche il tempo di godersi massaggi, beauty farm, piatti prelibati e una piscina hollywoodiana dentro la stessa clinica «Mi trattano con i guanti bianchi. E poi mi pagano bene, da 250 a 600 euro al giorno», racconta il potentino.
Paura? No, perché sono in mano a scienziati, medici, seri professionisti». Per diventare una cavia umana, «bisogna semplicemente essere un soggetto in buona salute e non avere problemi psicologici - spiega il giovane - L'aspirante volontario, inoltre, deve essere disposto a firmare un contratto in cui si specificano diritti, doveri e rischi. È una prassi. C'è, però, anche un'altra strada. Oltre alle persone sane che, in cambio di soldi, assumono le nuove molecole sviluppate in laboratorio affinché ne sia valutata l'efficacia, ci sono persone già malate che si offrono gratuitamente per alimentare una speranza. E questo, in genere, avviene quando ci si trova di fronte a malattie gravi e ritenute incurabili». Tra un test e l'altro passa del tempo: «Occorrono almeno sei-otto mesi di disintossicazione per presentarsi di nuovo in clinica».
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