Facchinetti rilancia
«La mia Mariano è viva»

«Grazie a papà: mi ha trasmesso l’amore per la musica»

«In città qualcosa è cambiato, ma c’è ancora tanto da fare»

«Gli altri bimbi sono cresciuti davanti alla tivù. Mio padre invece mi suonava i Beatles. E anziché Topolino mi leggeva la storia dei Rolling Stones. Mi ha tirato sotto i palchi dei Pooh. Grazie papà».

La dedica, nel 19 Marzo della Festa del Papà, è di Francesco Facchinetti, showman di casa a Mariano. Il destinatario è papà Roby, voce e tastiera della più popolare e longeva band d’Italia.

«Se ho iniziato a suonare sui primi palchi a Mariano - dice Francesco - devo soltanto ringraziare mio padre, che sin da piccolo mi ha trasmesso questa grande passione». Per una città che si riscopre più viva, tra concerti e movida, anche se per Francesco c’è ancora molto da fare. «In genere la musica non è in cima ai pensieri di chi, a ogni livello, amministra in Italia - aggiunge - io spero che nella Mariano in cui ho scelto di crescere e vivere si possano sensibilizzare ancora di più i giovani».

Facchinetti e la musica anche a Mariano. «É la mia città, il posto dove ho deciso di abitare e di vivere, un posto a cui tengo tantissimo. A grandi linee, negli ultimi anni, qualcosa è cambiato - dice - ma ci sarebbero ancora un sacco di cose da fare. Il mio occhio è per i ragazzi i più giovani, andrebbero stimolati con la musica e con l’arte, come fu per me quando al parco vidi suonare, negli Anni Ottanta, un Ligabue agli esordi, che per me era un mito. I giovani devono essere spinti ad avere un animo positivo, vanno aiutati».

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