Farmacie, strano asse Cgil-Pdl
«Lucini sbaglia a privatizzare»

Tarpini: «Nessun confronto ed è una politica perdente. Piuttosto vendano i bar» Rifondazione: «Una vera sinistra fa altro». Veronelli: «Non hanno una strategia»

Como

Da destra (Pdl) e da sinistra (Cgil, Rifondazione, Sel): piovono critiche sul sindaco Mario Lucini per la scelta di vendere le farmacie di Muggiò e Sagnino. Si crea un inedito asse e i livello dello scontro sale, complici anche le parole arrivate dallo stesso sindaco due giorni fa. Lucini si era detto strabiliato per le prese di posizione arrivate da sinistra, sostenendo che «se non ci sono soldi per il cibo è giusto vendere i gioielli di famiglia» e che la cessione del patrimonio a privati (manterranno aperte le farmacie) è l’unico modo per incassare senza «alzare le tasse, tagliare servizi o licenziare».

Il segretario generale della Cgiil Alessandro Tarpini commenta: «Mi sorprende che Lucini si sorprenda. Noi abbiamo sempre valutato le questioni nel merito, abbiamo condiviso scelte anche non facili come la nuova Ztl, stavolta la pensiamo diversamente. Non siamo d’accordo sull’impostazione generale, riflettano su quello che è successo in passato con le privatizzazioni di beni pubblici, non hanno funzionato e ci si è privati di valori importanti. Nessun riflesso condizionato da parte nostra, semmai è un riflesso condizionato quello di chi dice subito: privatizziamo. Non si risolve il problema con un provvedimento una tantum. Serve un ragionamento, una strategia, valutando cosa si può vendere e cosa no. Sappiamo che l’ente pubblico fatica a far quadrare i conti ma la soluzione non può essere privatizzare». Rifondazione: «Una vera sinistra fa altro». Veronelli: «Non hanno una strategia»

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