Ambiente
Lunedì 18 Aprile 2011
Fate il "pieno" di alghe
Si risparmia il 48% di greggio
Se si applicassero in maniera estesa le contivazioni di piante marine, nei soli Stati Uniti si potrebbe risparmioare fino al 48% d'importazioni di petrolio grazie all'impiego dei bio-carburanti ricavati proprio in modo alternativo
È la stima fatta da un ente di ricerca americano, il Pacific Northwest National Laboratory, sui risparmi generati dall'uso dei biocarburanti ottenuti con coltivazioni intensive delle piante marine al posto degli idrocarburi.
I ricercatori calcolano che entro il 2022 oltre 300 miliardi di litri di olio combustibile saranno estratti dalle alghe coltivate negli Usa come richiede l'Energy Independence and Security Act, il documento che punta ad assicurare l'autosufficienza energetica dalle importazioni di petrolio che nel 2009 ammontavano a circa la metà del fabbisogno.
Unico problema, affermano i ricercatori, è che le alghe hanno bisogno di grandi quantità d'acqua dolce per essere coltivate in terreni simili a risaie. Ne esistono ormai in tutto il Paese, dalla regione dei Grandi Laghi nel Nord alla costa californiana. Un ostacolo che i ricercatori puntano a superare fissando criteri scientifici per la scelta dei terreni da destinare alla coltivazione. Infatti, pur se assetate di acqua, i vantaggi delle alghe come biofuel non sono in discussione: "Per ogni ettaro le alghe producono 80 volte più olio del mais, non sono una fonte alimentare essenziale come il mais, si nutrono di anidride carbonica e ripuliscono l'ambiente da azoto e fosforo", commentano i ricercatori.
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