«Fateci bruciare le foglie»
Cernobbio, appello in Regione

Mozione del consigliere di minoranza Monti al sindaco Furgoni

«Norme meno severe per chi cerca di ripulire boschi e montagne»

La Regione deve modificare le regole sull’accensione di fuochi all’aperto, attenuare il rigore delle prescrizioni esistenti e estendere a tutto il resto del territorio le linee di indirizzo in atto in Valtellina dove con determinate precauzioni è ammessa la combustione dei residuati legnosi derivanti dalla potatura delle viti e degli alberi da frutto.

Cadono le foglie e inizia il tempo della manutenzione dei frutteti insieme all’operazione di decespugliamento delle aree dove inarrestabile è l’avanzata dei rovi. Dal capogruppo della lista civica “Per Cernobbio” Matteo Monti, con le connotazioni di una mozione rivolta a coinvolgere tutto il consiglio comunale, parte una sollecitazione affinché il problema che affligge tutte le località del lago e delle valli venga riconsiderato dal Pirellone.

Monti che è responsabile del gruppo di protezione civile della zona Lario intelvese , attraverso la mozione che sarà discussa in aula la prossima settimana «invita il sindaco Paolo Furgoni e la giunta municipale a farsi portavoce nella sede della Regione Lombardia per ottenere la modifica della legge 31 del 2008 in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale onde introdurre periodi di accensione di fuochi all’aperto».

Fa seguito la proposta di istituire «un tavolo di confronto con Comunità montane, Provincia, Corpo forestale, consiglieri regionali e Ersaf al fine di valutare congiuntamente la problematica».

«Non si tratta di liberalizzare completamente l’accensione di fuochi - dice Monti - ma di introdurre norme meno restrittive. È pur vero che i residui vegetali derivanti dalle potature o dalle pulizie di orti vengono identificati come rifiuti con conseguente divieto di eliminazione per mezzo della combustione, ma si deve tenere conto dell’altrettanto urgente problema di garantire la pulizia dei siti montani dove abbandono e incuria la fanno ormai da padrone».

Insomma, fuochi sì, in determinate ore, non di giorno, con rispetto di precise precauzioni e soprattutto con giudizio. Gli anni scorsi a seguito dell’intervento del Corpo forestale e con riferimento alle norme regionali, l’assoluto divieto aveva dato luogo a vibrate proteste. L’appello al prefetto non aveva dato luogo a modifiche sostanziali e anche l’esperienza dei biotrituratori attuata a Moltrasio, seppur positiva, era apparsa insufficiente per affrontare il problema diffuso in tutti i paesi. La mozione che chiama in causa soprattutto i consiglieri regionali comaschi dovrebbe dare luogo a un cambiamento.n

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