Ambiente
Venerdì 17 Febbraio 2012
Ferri da stiro, tubi, cassonetti
l'amianto killer è ancora tra noi
Dopo le dure condanne per l'eternit, viene rilanciato l'allerta sulla poossibilità di contaminazione da amianto contenuto in vecchi oggetti o impianti che risalgono a prima della messa al bando. In più i tempi d'incubazione del cancro sono molto lunghi, 30 e più anni, e quindi i timori di una scoperta tardiva aumentano
Dalle vecchie assi e ferri da stiro ai freni delle auto, dalle tubature ai cassoni dell'acqua nei sottotetti. Sono varie, ed insospettabili, le possibili fonti di "contaminazione" da amianto, oltre all'esposizione diretta di tipo professionale.
A spiegarlo è stato l'epidemiologo Francesco Forastiere del Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio: "Ovviamente si tratta di prodotti - precisa - fabbricati prima del 1992, data dalla quale l'utilizzo dell'amianto è vietato in Italia". L'esposizione alle fibre d'amianto, dunque, può avvenire anche da fonti "nascoste" e va considerato, ha aggiunto l'esperto, che "le conseguenze sulla salute si manifestano nel lungo periodo, dal momento che il tempo di latenza per l'insorgenza di forme di cancro correlate all'amianto può essere anche di 30 anni".
Proprio questo tipo di esposizione "da ambiente domestico" o "ambiente di vita", chiarisce l'epidemiologo, "spiegherebbe anche la quota consistente di casi di mesotelioma non riconducibili ad una diretta esposizione lavorativa all'amianto. Sono - conclude - i cosiddetti casi di "esposizione ignota" che vanno attentamente considerati e che sono riconducibili, appunto, a fonti non riconoscibili di contaminazione"
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