Frode milionaria sul carburante
Tre comaschi arrestati dalla Finanza

Compravano gasolio e benzina in Croazia senza pagare milioni di euro di Iva

La filosofia è semplice, financo banale: comprare a poco per vendere a meno, così da sbaragliare la concorrenza e garantirsi ottimi guadagni. A farne le spese, le casse dello Stato, che poi vuol dire tutti i cittadini italiani. La Guardia di finanza ha arrestato tre comaschi nel corso di un’operazione contro due associazioni a delinquere specializzate nella compravendita di carburante con l’evasione dell’Iva per milioni di euro.

L’inchiesta, condotta dal comando provinciale di Perugia della Guardia di finanza, ha preso il via un paio di anni fa al termine di un’ispezione fiscale che le fiamme gialle avevano fatto in una società umbra specializzata nella commercializzazione di carburante. Gli inquirenti avevano scoperto, tra le carte esaminate, una serie di fatture con società che presentavano tutte le caratteristiche delle cosiddette “cartiere”, realtà sociali aperte con il solo scopo di emettere fatture e poi scomparire evitando di pagare l’Iva.

Il giro funzionava così: il terzetto di comaschi acquistava carburante (tra il 2016 e il 2017 parliamo di affari per circa 15 milioni di euro) attraverso l’Adriatic Group di Chiasso da una società di Zagabria, per poi rivenderlo ad alcune società cartiere, tra le quali la Antoniana Petroli amministrata da uno dei comaschi. Le norme fiscale prevedono che, quando si acquistano beni sottoposti al pagamento dell’Iva da società estere ma comunitarie, questa non venga versata subito. Il momento del pagamento dell’imposta avviene all’atto dell’acquisto dei carburanti da parte della prima società italiana. Che, in questo caso, è una “cartiera” il cui compito è fatturare, girare la merce al cliente finale, non pagare l’Iva per poi scomparire. Addirittura, in questo caso, le società cartiere riconducibili al terzetto comasco avrebbero finto l’acquisto di beni - ad esempio pellame - da altri “fatturifici” per riuscire a pareggiare debiti e crediti d’Iva.

Complessivamente l’operazione della Guardia di finanza ha portato all’arresto di tredici persone: otto in carcere, cinque agli arresti domiciliari, per una frode che ammonterebbe complessivamente a 25 milioni di euro. Alcuni degli arrestati si sarebbero già difesi parlando di un malinteso.

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